lunedì 26 agosto 2013

Segni del tempo (ovvero insofferenza)



Ore 8,05 siamo già in spiaggia! E non in quella a 10 minuti da casa, bensì in una più lontana, mai visitata, che richiede il trasferimento in auto e parcheggio a pagamento in apposita area, semideserta al nostro arrivo. Sistemiamo ombrellone, asciugamani, seggioline: tutto pronto. Trattasi di spiaggia per ‘intenditori’: no lettini, no docce, no bar,  no divertimenti, solo natura, quasi incontaminata, in genere assai gradita ad una utenza adulta e matura.  In questo piacevole angolo si sente benissimo lo sciabordio del mare, mancherebbe solo un po’ di tepore, o meglio il sole c’è, ma ancora palliduccio. Se qualcuno mi desse un golfino… io quasi quasi mi ranicchierei: potrei farmi cullare dal suono delle onde e proseguire il sonno, stamani interrotto anzitempo. Alle 9,00 i miei pensieri vengono disturbati da un bambino di 9/10 anni, che già discute con i genitori. Bimbo, andare un po’ più in là noo?! Evidentemente anche i tuoi genitori hanno stabilito che questo sia l’angolino più delizioso della spiaggia. Certamente lo era prima del vostro arrivo! Pare che taccia; bene. Costumino rosso, pancia con 3 rotoli di ciccia, che è peggio della mia, gioca coi sassolini bianchi. Qui ce ne sono milioni: speriamo che il gioco lo diverta e lo impegni a lungo. Ho parlato troppo presto: ora canta! Adoro le persone che intonano motivetti di tutti i tipi, lo trovo un segnale di animo lieto, però… Il di lui babbo mi salva: ‘Metti le ciabatte e si va a vedere laggiù?’ Ottima idea! Bravi, meglio non poltrire sotto i raggi del sole, ora piacevolissimi; lasciate riposare le ‘panisse’ come me. Sono stata nuovamente avventata nei  miei pensieri: dopo pochi minuti già ritornano. Il bambino dice con entusiasmo ai genitori: ‘E’ la prima volta che ci sistemiamo sugli scogli!’ e in men che non si dica emigrano nella nuova postazione. Bene, benissimo… questa è davvero la volta buona e finalmente mi addormento.



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