lunedì 12 ottobre 2015

Ansia

Eccola, la sento...sta arrivando. Era un po' che non mi faceva compagnia, ma questa stronza, quando meno me l'aspetto, ritorna. Mi stringe lo stomaco, mi dà un senso di disagio e poi sale, sale, sale, fino ad ottenebrarmi il cervello. 
Non capisco piu' niente. Cosa ci faccio in questa stanza? Possibile che mi ritrovi qui a guardarmi intorno come un'anima in pena, senza sapere il perchè? ah, si, le gocce di pioggia sui vetri, mi riportano con i piedi per terra: stavo cercando l'impermeabile! Domattina devo uscire presto e non voglio perdere tempo a recuperare tutto l'occorente per sfidare questo autunno, sin'ora caldo e piovoso. Non si parla ancora di allerta meteo, ma già stanno mettendo le mani avanti: intense piogge, mare mosso, forti raffiche di vento. 
Intanto lei, la stronza, continua ad espandersi, non riesco a limitare il suo incedere. Mi pervade tutta. 
Calma, devo stare calma. Cosa dice sempre l'insegnante di yoga? Concentrarsi sull'obiettivo del momento, lasciare al di fuori tutti i pensieri negativi. 
Respirare profondamente, riempire con l'aria ogni spazio possibile e poi via, buttare fuori tutte le tensioni e preoccupazioni. Inspirare, espirare, inspirare, espirare... mah! Non so. Sarà perchè vado a yoga solo da 3 lezioni, ma mi sembra che la situazione non migliori un granchè. L'ansia continua a guadagnare terreno. Una camomilla? Si, mi preparo una camomilla. Il profumo pervade la stanza. Il liquido bollente scende e forse spegne la stronza, che sta li..zitta, zitta, ma so che continua il suo logorio. Taci che forse mi riesco a rilassare un po'. All'improvviso un sonno incredibile. Non è certo merito della camomilla. Io lo so che è sempre una conseguenza della perfida: mi sfinisce a tal punto che non ho più forze per pensare, nè per agire, nè per compiere le più normali operazioni di routine, come lavarsi i denti. Dormire, dormire. Presto, subito, prima che la stronza ci ripensi e mi faccia passare la notte insonne.

martedì 15 settembre 2015

VILLEGGIATURA

In questo hotel non si sta male. In effetti mio figlio Giorgio aveva ragione quando insisteva: "Papà, hai bisogno di una bella vacanza. Non ti devi privare di niente. Ricordati che per te vogliamo solo il meglio" 
Ho fatto bene a lasciarmi convincere,  un po' di villeggiatura  me la merito!
Quando ero giovane mi sono sempre dedicato al lavoro e alla famiglia, poi una volta nonno, ai miei nipotini, adesso è arrivato il mio  momento: posso pensare solo per me e finalmente trattarmi bene.  


Sono soddifatto: qui è tutto bellissimo.
Dalla mia camera si vede il mare, oggi un po' imbronciato, ma sempre affascinante, poi ambienti spaziosi, una bella palestra, divanetti dappertutto, terrazzi con piante e fiori, un salotto con una vista mozzafiato.  Credo che ci sia anche una zona benessere, ma non mi interessa più di tanto, visto che io non ci vado di certo.
4 o 5 stelle, non ho mica ben capito, certamente il servizio è ottimo ed il personale gentilissimo. Soprattutto quella biondina che incrocio spesso nel corridoio. Mi sorride sempre.


Son qui da 2 settimane. Gli asciugamani li cambiano tutti i giorni, le lenzuola spesso, anche se non so con esattezza la frequenza. L'aria condizionata aiuta a dormire sereni e poi toglie l'umidità. Si certo, alle 6,00 di ogni mattino ho gli occhi spalancati  e la notte mi giro e rigiro sino alle 23, ma a casa mia, con questo caldo, ero solito non chiudere occhio.


Leggo, chiacchiero, passeggio.
Sabato sono passati a trovarmi Giorgio e la moglie.... si dai... la... la... come si chiama? Lara. Anzi no...Mara? Sara?? Non c'è verso...mi confondo. Va bè, sono venuti mio figlio Giorgio, sua moglie e i miei due meravigliosi nipoti. Quei ragazzi crescono a vista d'occhio! Sembra ieri che li andavo a prendere all'asilo ed invece vanno già tutti al liceo. Bene! Che studino e si facciano una posizione.  Quando avrei dovuto studiare io ci cadevano le bombe sulla testa e non sapevamo cosa mettere nel piatto. 

Da un po' leggere mi annoia. Guardo una pagina per minuti, senza riuscire a capire il senso di quei caratteri neri sul foglio bianco. Forse devo cambiare gli occhiali? Ne parlero' con Giorgio la prossima volta che passa a salutarmi. 
Per rilassarmi ho deciso di darmi al giardinaggio in uno dei terrazzi, che  è poco frequentato dagli altri ospiti dell'hotel. Ci vado spesso: tolgo le foglie ed i fiori secchi, bagno il terriccio quando ce n'è bisogno, poto qualche ramo. La biondina dice che, da quando me ne occupo io, quel terrazzo è molto più in ordine. E lo credo. Ho il pollice verde!


Quella bastarda maleducata!! Mi ha di nuovo spostato l'innaffiatoio. Io l'ho detto già due volte al direttore: "Deve essere più severo con il personale dell'Hotel! Quella biondina al terzo piano, sorride sempre ma fa i dispetti a tutti! Se la becco ancora una volta a spostarmi l'innaffiatoio, la insulto!!
Non lo so se mi piace più tanto, stare qui, in quest hotel. Forse a casa mia stavo meglio...



giovedì 13 agosto 2015

NON VOGLIO DORMIRE

Non voglio dormire,
la notte e fresca, il cielo è stellato,
tante cose da fare e da pensare.


Non voglio dormire,
il respiro è calmo e regolare,
il silenzio mi ispira.


Non voglio dormire,
lasciami in compagnia di visi lontani,
di parole non dette.


Non voglio dormire,
avrò l'eternità per farlo,
stanotte voglio vivere.

DICI?

"MI MANCHI" le dissi.
"Se sto più di un giorno senza vederti o sentirti, non capisco più niente...Mi manchi negli occhi, nelle orecchie, nel profumo, nella pelle. "

Mentre io mi struggevo, lei imperturbabile continuava a vagare nei suoi pensieri, poco interessata alle mie parole. Chissà poi cosa le passava per la testa, o meglio che cosa "frullava" in quella testolina pazzerella, che spesso adoravo. 
"TESORO, HAI CAPITO CHE TI AMO?" insistetti con un ultimo impeto di entusiasmo.
Niente. Come se non avessi parlato... 
Ma poi era davvero cosi? O forse il mio era solo il sogno dell'amore perfetto e irraggiungibile, che mi ostinavo a cercare lungo il mio cammino?

Una volta erano gli occhi, una volta un viso interessante, una volta un paio di labbra carnose...fatto sta che nella mia vita di "Amori" con la A maiuscola ne annoveravo davvero parecchi. Ad onor del vero io, inguaribile romantico a dispetto dell'incedere inclemente del tempo, ogni volta ero convinto che fosse finalmente e realmente arrivata la donna giusta. O forse ci speravo. 
Così era successo anche con Lei, il mio ultimo Amore pazzerello, per il quale ero disposto a fare qualunque cosa, pur di strapparle un sorriso e un bacio. Dal canto suo lei, fra il capriccioso e l'ingenuo, sembrava proprio non voler capire...o semplicemente non le interessavo abbastanza.

"Con questo caldo, se compero il gelato da portare a casa di Barbara, pensi faccia una scelta azzeccata? Meglio andare sulle creme, magari vaniglia, stracciatella e nocciola, oppure su un misto frutta?"

Ecco cosa le stava frullando in testa...non sapevo se essere imbestialito per tanta naturale incuranza nei miei confronti o se adorarla ancora di più. In fondo se mi piaceva c'era più di un motivo....e non era solo per quel giovane corpo di 30enne scattante. Forse quello che più mi attraeva era proprio la schiettezza delle sue affermazioni, che mi sbaragliavano e ammaliavano al tempo stesso.

"Crema e cioccolato. Con i classici il successo è assicurato!" le risposi, ignorando quella parte di me che avrebbe voluto scuoterla con violenza, facendole notare che era proprio incorreggibile e sciocca.
"Dici?" replicò fissandomi con quegli occhioni verdi dal fascino irresistibile.
"DICO" asserì.
"Come farei senza di te? Vado subito a comperare crema e cioccolato!"
Mi diede un bacio e allontanandosi mi sussurrò: "Grazie di esistere!"

Solo 3 parole per trasformarmi da un vecchio balordo e permaloso, nel più felice degli innamorati.
  

Ho lavato

...il pavimento? No, con la temperatura casalinga ormai stazionaria fra i 29 e 31 gradi mi limito alla vera sopravvivenza ed attività di siffatta specie, stasera proprio non rientrano nei miei interessi.

...il costume da bagno? No, oggi seppure sia agosto inoltrato (anzi un caldissimo agosto inoltrato) è stata ancora una giornata di lavoro, per cui niente mare.

...lo scooter? Ennno, nemmeno quello. Per ora è ancora passabile per un mezzo 'normale' che può transitare senza dare nell'occhio, fra una moltitudine di scooter e le poche macchine, rimaste in città.

Eppure ho lavato, si, ho lavato qualcosa di importante.
Esattamente: due fazzoletti a fiori, un vestitino a fantasia turchese e nera, un bavaglino a righe bianche ed arancio.

Embè? Cosa ci sarà di originale in un bucato casalingo?

Forse a prima vista niente di diverso da un solito bucato.
I fazzoletti erano appena stropicciati, il vestitino aveva una macchia all'altezza dei bottoni, il bavaglino qualche chiazza di cioccolato (quanto le piace!!).
Ho bagnato gli indumenti, ho passato un po' di sapone di marsiglia ove necessario, poi li ho posti in un catino in ammollo. Poco più tardi, prima di far partire il lavaggio della lavatrice, li ho risciacquati uno ad uno, così...come si fa senza pensare, ma nel farlo ho assaporato qualcosa di speciale.

I fazzoletti avevano il profumo della mia nonna, deliziosa e indomita vecchietta, che ogni giorno che passa è sempre più vecchietta e anche per questo ancora più meritevole di essere accudita ed amata.

Il vestito a fantasia aveva con se la gradevolezza del suo bon ton, con la grazia e l'elenganza dei tempi migliori.

Il bavaglino a righe, dal formato maxi, mi ha ricordato quegli enormi bavaglini a sfondo ecrù, con disegni blù oppure color ruggine, che ci aveva regalato quando eravamo bambine, acquistandoli durante una vacanza sulla Riviera Romagnola. E così mentre fregavo la macchia di cioccolato, nel bagno sentivo il profumo dei bomboloni, lo zucchero a velo sul naso, le risate spensierate di quando si è bambini e tutto sembra più bello e spensierato. Che poi quei bavaglini romagnoli seppur di taglia superiore al normale, non erano così enormi come li ricordavo io: semplicemente eravamo piccine noi.

"Nonna sei bella!" 
"...dici? Sei sicura di vederci ancora bene?" sussurra con un filo di voce, concludendo poi col suo solito "Mah!" che racchiude in sè molti più sighificati di quanto possa sembrare a prima vista.

Sarò infantile, monotona, permalosa, talvolta pure "tremenda"...ma quanto amore per la mia nonna. Tanto tanto tanto. E' la mia gioia e la mia forza.

martedì 16 giugno 2015

COSA HAI FATTO OGGI?

- hai fatto qualche bella cosa oggi? 
- ...e che bella cosa vuoi che faccia??
- non mi riferivo a qualcosa in particolare...il mondo è pieno di belle cose
- ma dai...tutto il giorno a lavorare in quel dannato bar...non me ne parlare, al solo pensiero mi torna la nausea
- guarda che possono succedere sempre delle belle cose: incontrare un compagno delle elementari con cui si andava tanto d'accordo, mangiare una striscia di focaccia buonissima, vedere in una vetrina un vestito meraviglioso, sentire dentro di sè il sole dell'estate, per caso capitare in una piazzetta  che non conoscevi e che ti ricorda Parigi...
- Parigi? Ma cosa hai sniffato ah ah ah
- Dai, non fare la difficile. Scommetto che se ci pensi qualcosa ti verrà in mente...non trovi?
- ACCIDENTI! Non ci avevo pensato...
- e allora? hai fatto una bella cosa?
- Si!
- Dai raccontami...
- in realtà non ho fatto, ma ho ricevuto una bella cosa
- e cioè?
- una carezza!
- ed era speciale?
- si! specialissima...era fatta col cuore

 

sabato 30 maggio 2015

QUALCOSA


Raccontami qualcosa di bello,

qualcosa che allontani la noia,

qualcosa che trasformi la mia bocca in un sorriso,

qualcosa che confonda la mente ed allontani la paura,

qualcosa che accenda la mia fantasia,

qualcosa che scaldi il cuore e mi faccia sentire vivo.


giovedì 30 aprile 2015

28 aprile

28-04-2015 ore 00,02 ecco ci siamo, è già trascorso un anno (volato?) e sono qui da sola a pensare ai 51...anche se onestamente al momento me ne sento pure qualcuno in più...non faccio in tempo a finire il pensiero, in questa piovosa notte di fine aprile, che wapp "trilla" e qualcuno che mi vuole bene mi scrive "auguri vecchietta". Ed io vado a dormire felice! Già, a volte basta davvero pochissimo. 
Magari poi domani mi sveglio con il sole.
Invece il tempo in questo 28 aprile 2015 è grigio, piovosetto e pure un po' freddino, accidenti, ma sono contenta: eccerto è così da sempre. Il 28 aprile sono di buon umore!
Ballerina, Paolina, smack, carissima, di cuore, zietta, abbracci, Paoletta, tesoro, super donna,amica di avventure, grande!, solare, gemellina...mi trastullo tra un augurio e l'altro.
In fondo un giorno all'anno ce lo possiamo anche permettere. Grazie!!
;-) — contenta.

martedì 31 marzo 2015

A COSA SERVE UN BLOG?

A niente e a tutto.

A niente, se non lo legge nessuno. 
A niente, se quello che resta sono solo errori di ortografia.
A niente, se chi lo legge lo giudica: sciocco, banale, autobiografico (in tono dispregiativo), noioso, melenso, inutile.


A qualcosa, se almeno una volta ha strappato un sorriso o una lacrima.
A qualcosa, se ha fatto affiorare ricordi ormai assopiti.
A qualcosa, se ha smosso un po' di curosità, sorpresa, gioia, simpatia, o qualsiasi altra emozione.

A tanto se, anche solo per una volta, ha fatto compagnia, seppure per pochi minuti, facendoci sentire meno soli.

Evviva il blog!

domenica 29 marzo 2015

Un'ora in meno

Il sabato primaverile è trascorso velocemente, senza infamia e senza lode, alternando momenti di lavoro domestico a momenti di relax, d'altra parte ci vogliono sia gli uni che gli altri. All'ora di cena, ormai stanca, decido di non uscire: meglio rilassarsi davanti alla TV ed andare a dormire ad un orario umano, tra l'altro nella notte ci sarà il passaggio dall'ora solare all'ora legale e non voglio farmi cogliere impreparata. 
Alle 23,00 dormo già profondamente. Notte tranquilla, alle 9,00 dell'ora legale sono già in piedi (e per essere domenica con i bioritmi delle 8,00 non è male). Colazione e poi via, si parte. Non per mete esotiche, nè tantomeno per una gita fuori porta, bensì per una domenica di quelle che piacciono a me: mi dedico alle cose che adoro (tradotto: cucinare e cantare). 
Si è vero, nella giornata c'è anche qualche intruso, tipo la lavatrice da mettere su e poi da stendere, attività che non amo, però... tutto non si può avere. Partiamo proprio da quella: divido i vestiti ed ecco che la prima lavatrice di indumenti rossi prende il via. Posso dedicarmi alla cucina: metto su il minestrone, tanto anche lui procede da solo, e passo alle melanzane da grigliare e agli zucchini da rosolare. Intanto ho sotto gli occhi il testo della canzone da ripassare per le prove del musical. Ripeto il ritornello un paio di volte e poi faccio partire la canzone, così tra uno zucchino e una melanzana, intono a mezza voce (in casa qualcuno sta ancora dormendo) "Do you hear the people sing" dei Miserabili. Nel ritornello finale, insieme ad un altro paio di fanciulle, dovremo tirar fuori capacità da soprano che adesso non posso ostentare (oddio...le mie sono un po' latitanti...), ma già pensando al risultato finale del gruppo, mi viene la pelle d'oca.
La nevralgia che mi fa compagnia da 2 giorni, continua ad esserci, ma sin'ora faccio finta di niente. La ignoro.
Fragole. Si le ho comperate, dove sono finite? Eccole, seminascoste dall'insalata. Pochi minuti ed oplà, sono pronte ed affogate nel succo di arance, nelle copette vintage. Deliziose e davvero degli anni '70, provengono dalla casa dei miei nonni e con affetto e piacere, le ho portate a casa mia, quando ormai a loro non servivano più... Quando eravamo bambini, a turno, avevamo il compito di distribuirle ai commensali, attività che eseguivamo con attenzione ed orgogoglio, quasi si trattasse di una 'missione speciale' che poteva trovare solo in noi i perfetti esecutori. I colori erano: arancio, giallo, verde. Io adoravo quelle arancio e quindi era normale che a me, casualmente, capitasse di quel colore. A mio cugino e mia sorella piaceva il verde, e quindi con altrettanta maestria si riusciva ad accontentarli. Ah, bei tempi.
Messi da parte ricordi e fragole, chiudo anche il capitolo Miserabili.
Nel frattempo è terminata la lavatrice ed  eccomi alla finestra, a stendere la gradazione di panni colorati. Lo sportivo di famiglia, intanto, transita sotto casa, di ritorno dal suo giro in bici e mi getta un saluto dal basso all'alto. Improvviso un dejà vu. D'altra parte sono tanti anni che stiamo insieme, chissà quante altre volte sarà capitato questo attimo. Tra poco mi racconterà le prodezze di quest'oggi.
Si passa agli involtini e ad un'altra canzone: Zum Zum Zum. "Sarà capitato anche a voi, di avere una musica in testa... ./. però se va avanti così, finisce che questa canzone, diventa una tale ossessione" due sensazioni che conosco benissimo: ho sempre almeno una canzone in testa, che faccio diventare non solo la mia ossessione, ma anche quella di quei poveretti che mi girano intorno. Come ieri pomeriggio in treno: leggevo il testo e lo cantavo a mezza voce, poi rileggevo, poi ricantavo. Il giovanotto che era seduto un po' più in là mi guardava con curiosità mista a disappunto: "Che fa? E' pazza??", ma quello che tante volte ci salva è l'intenzione giusta. Convinta delle mie azioni ho continuato a procedere con il mio ripasso, con  sicurezza e quasi professionalità, ostentando il raccoglitore degli appunti, sulla cui copertina si scorgono foto sul palcoscenico. Forse alla fine si era convinto anche lui che non fossi pazza del tutto. Solo a metà.
Anche gli involtini sono pronti. Zum zum zum mi è definitivamente entrata in testa, salvo qualche errore da prestazione, che può sempre capitare.
La nevralgia non è più sola. Un dolorino alla pancia, non meglio identificato, fa la sua comparsa. Provo ad adottare l'atteggiamento di prima. Ignoro anche quello.
Bene. Un paio d'ore sono già volate, ma la mattinata ha reso.
Sono le 11,45 ormail il dormiente non farà colazione, sparecchio e riapparecchio per il pranzo. Rigorosamente doppie posate e bicchieri, anche se poi chi li apprezza davvero sono solo io, ma mi piace così. Oltre alla tovaglia floreale, aggiungo un addobbo con un fiore finto, che fa tanto primavera. Trovo ancora il tempo per dedicarmi alla pasta brisè. Oggi non uso quella confezionata, è domenica: la faccio io. La palla è bella pronta, in attesa di ospitare zucchini, uova e ricotta. Riempio la pentola con l'acqua per gli spaghetti. 
Tra cucina, canti ed acciacchi arrivano le 'finte' 13,00 ed andiamo a tavola.
E per fortuna che oggi abbiamo a disposizione un'ora in meno.
Non oso pensare a quando avrò a disposizione un'ora in più!




mercoledì 25 marzo 2015

AMORE PROIBITO

Ricordate i "Due racconti su un unico tema: Hollande"?
Questa era la mia versione, a suo tempo postata sul blog di Euge Scrivo perchè non ne posso più fare a meno. Buona lettura...



La luce è soffusa nella stanza da bagno, in cui aleggia un delicato profumo. Le mani scorrono veloci sulla pelle resa ancora più vellutata dalla setosità della crema alla vaniglia e cannella, che la donna massaggia delicatamente sulle proprie gambe, lunghe e ben tornite. Avvolta in un morbido accappatoio, con i capelli ancora bagnati raccolti in un asciugamano lilla, compie questi gesti con calma e consapevolezza, quasi si trattasse di un rito propiziatorio, in attesa del suo amore. 'Sono trascorsi solo pochi giorni dal nostro ultimo incontro ma sembra che siano settimane che non mi stringe forte fra le sue braccia. La mancanza della sua presenza diventa ogni giorno più pungente, ormai ne sento sempre più il bisogno... non potrei più vivere senza di lui. Sarà puntuale stasera? Mi ha promesso di trascorrere con me ogni notte del lunedì e del giovedì, ma solo poche volte è davvero riuscito a mantenere l'impegno in entrambe le serate. Troppo lavoro, riunioni, visite di protocollo, emergenze. Per non parlare della sua famiglia: in fondo c'è anche quella. Chissà se lei si sarà resa conto che nella sua vita esiste un'altra donna... forse non gliene importa neanche nulla. Probabilmente le basta riuscire a mantenere i suoi privilegi che, per la posizione di 'first lady', non sono davvero pochi. Ville da sogno, mondanità, lusso, autista, viaggi in tutta europa... in effetti niente male davvero, ma io non ho bisogno di queste cose, sono felice così: una o due notti insieme alla settimana, soli lui ed io, nell'intimità di questo hotel, dove ormai mi sento a casa. La nostra casa'.

La vespa blu scorre veloce nel traffico della grande città. Sul sellino beige due uomini, entrambi con i lineamenti nascosti dal casco integrale. George guida sicuro verso l'hotel di lusso, volutamente scelto fra quelli un po' fuori mano. 'Come ho fatto a cacciarmi in questa situazione?! Più ci penso e meno capisco come sia potuto accadere. Ero disposto a tutto, pur di fare la guardia dl corpo, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare che tutti i miei sforzi ed il mio impegno mi avrebbero fatto raggiungere la vetta, ambita dai più, per poi ritrovarmi a fare il pony express in incognito. E che 'pacco' sto trasportando... davvero merce preziosa: uno degli uomini più potenti d'Europa, che si comporta come qualsiasi uomo, mediocre e banale, con le sue debolezze. E dire che ci sarebbero testate giornalistiche od avversari politici che sarebbero disposti a rendermi un uomo ricchissimo, se solo decidessi di vendere il mio segreto al miglior offerente. Ma io sono diverso... non sono così meschino'.

'Finalmente è lunedì! Una giornata odiata dalla maggior parte dell'umanità, per me è il preludio della pelle morbida e setosa di Giulia. Questa settimana voglio assolutamente (anzi DEVO) trascorrere con lei anche la notte di giovedì. Non trascuro certo i miei doveri di uomo politico, ma appena posso vorrei dedicare a lei ogni minuto della mia vita. Ormai vivo solo per lei: un sms, un wapp, una breve telefonata, anche solo un suo sorriso, sono per me fonte di gioia e di fiducia nel futuro. Mi dà la carica e mi fa nuovamente sentire un 30enne innamorato, anche se ormai i 30 anni me li sono lasciati alle spalle da un pezzo. Per fortuna c'è George con me, che mi protegge da occhi indiscreti. E' davvero una guardia del corpo speciale, anzi... un amico su cui posso contare ogni giorno. Dovrò pensare a qualcosa di veramente importante per fargli capire quanto gli sia grato per continuare ad essere il mio angelo custode, anche in questo frangente, che contempla più l'uomo del politico, d'altra parte la amo e non posso più fare a meno di lei'.

La spazzola scorre lenta sui lunghi e morbidi capelli, ancora tiepidi per il calore del phon da poco a riposo, dopo aver compiuto egregiamente il suo dovere. L'orologio scandisce il tempo, quasi fosse una inclemente marcetta: arriva - non arriva - arriva - non arriva - arriva -non arriva.
'Sono le 22,40 ormai dovrebbe essere qui, perchè diavolo non si apre quella maledetta porta? Mi faccio pena da sola: una suite meravigliosa, in cui mi fa compagnia solo la luce tremula delle candele, quasi completamente consumate, tanto è il tempo inutilmente trascorso. La gioia ed il desiderio di un'ora fa sono scomparsi, lasciandomi solo tristezza e fastidio. Non so quanto riuscirò ancora a sopportare... sempre tutto centellinato e di nascosto. Soffro troppo. Ho paura a lasciarlo, così come mi fa paura continuare ad amarlo... qui è un alternarsi di inferno e paradiso, paradiso ed inferno. Sempre!'

'George sta guidando veloce e sicuro. Il cuore mi batte in gola: ci separano solo un rettilineo, due curve e poi sei piani di ascensore! Giulia, tesoro, tra pochi minuti finalmente sarò con te'.  

<<Studia, figliolo, che da grande farai strada! >> Questo mi ripeteva mio padre, che ha compiuto ogni sforzo per darmi l'opportunità di fare una vita migliore della sua. Se mi vedesse ora gli darei una tremenda delusione. Se poi avesse sentito con le sue orecchie il presidente, mentre mi diceva <<Vai più veloce. Non ti fermare: è tardi! STARA' IN PENSIERO>> solo perchè mi sono fermato ad un semaforo rosso... sarebbe stato come pugnalarlo alla schiena, povero papà! Se ci dovesse mai fermare un vigile cosa gli potrei dire? <<Scusi ma il presidente ha una certa fretta! Affari di stato urgentissimi e top secret>> ...per questo sto dribblando il traffico in incognito e senza scorta. Cazzo! Devo proprio essere impazzito: questa faccenda mi porterà alla rovina. Certamente mi sta consumando dentro. Finalmente siamo vicini all'hotel. Lo lascio sul retro e, se Dio vuole, anche questa giornata di merda è finita.

Cosa diavolo sta succedendo?? Perchè così tanta gente a quest'ora per strada? Flash, luci, giornalisti... 
<<PRESIDENTE!! PRESIDENTE...>>
<<UNA DICHRAZIONE PER IL NOSTRO GIORNALE! COSA DIRA' A SUA MOGLIE ED ALLA NAZIONE?>>

martedì 27 gennaio 2015

Paola e Camilla: quante risate!

giornaleinclasse@ilsecoloxix.it 
5 aprile 2014

In prima media mi ritrovai in una classe in cui non conoscevo nessuno: per me, timidissima, una esperienza di vero disagio. L'unico posto libero fu nel primo banco, vicino ad una ragazzina minuta e mora, che nei giorni seguenti mi mise al corrente di tutte le sue difficoltà familiari, davvero tante e gravi. Era tenera e con lei si instaurò un rapporto di reciproco rispetto e partecipazione, sebbene i suoi racconti rappresentassero un mondo sconosciuto e spaventoso, che per me, proveniente dalle elementari Maria Mazzini di Castelletto, era impensabile credere che esistesse. Il mio disagio continuava ad aumentare, per cui più trascorrevano i giorni e più stavo zitta e solitaria, tanto da passare per poco simpatica ed aver stabilito che la scuola media non facesse per me. Per fortuna dopo qualche tempo entrai in contatto anche con un'altra ragazzina, che occupava il banco dietro al mio. Camilla: bionda, faccetta vispa, molto femminile ed allegra, che rappresentava una ventata di spensieratezza, ancora più gradita dopo quell'inizio così difficile di scuola media. Piano piano entrammo in sintonia, tanto che dopo qualche tempo riuscimmo a farci mettere in banco insieme. Si è vero, era sempre il primo banco davanti alla cattedra, posizione possibilmente evitata da tutti, ma con lei le ore a scuola trascorrevano così liete e divertenti, che quasi ci dimenticavamo di essere davanti alle prof., che spesso ci rimproveravano per le nostre piccole insubordinazioni. Ricordo ancora bene un gioco bellissimo che eravamo solite fare: durante le spiegazioni (soprattutto della professoressa di italiano) ci 'disegnavamo' a turno sulla schiena. Mi spiego: una si appoggiava comodamente al banco, dando l'impressione di seguire con interesse la lezione, mentre l'altra, con una certa disinvoltura, disegnava con la punta delle dita lettere e numeri, che la proprietaria della schiena doveva indovinare. Poi si invertiva. Ad un certo punto eravamo diventata così brave che ci improvvisavamo disegnatrici di paesaggi, case, animali  ecc. convinte che la compagna avrebbe indovinato. Quando, spesso, ci confessavamo di non aver capito davvero niente nella crezione della pittrice di turno, ridevamo così tanto (sempre di nascosto) che a volte dovevamo chiedere urgentemente di correre in bagno, per non farcela addosso. 
Con la mia compagna di banco siamo state insieme tutti i 3 anni delle medie. Al liceo purtroppo abbiamo fatto scelte diverse, ma siamo riuscite a coltivare  la nostra amicizia, sebbene più volte sia successo di non esserci sentite per anni. Ricordo bene una sera di 25 anni fa in cui ci vedemmo sole lei ed io (senza i reciproci fidanzati) perchè già sapevamo di doverci raccontare i 3 anni precedenti, ricchi di avvenimenti importanti, per cui i rispettivi compagni sarebbero stati veramente di troppo. Il 'riassunto' di quei circa 36 mesi inziò alle 21,00 e terminò all'1 di notte... e quante risate!!! Ci vogliamo sempre bene ed anche adesso, quando ci vediamo o ci incontriamo casualmente, sembra di esserci lasciate solo il giorno prima, tanto è la confidenza che ci lega.  Eppure è trascorso tanto tempo: tra pochi mesi compiremo 50 anni!!

domenica 18 gennaio 2015

Ri-eccomi!

Dopo una estate non estate, un autunno di nuvole e piogge, piogge e nuvole, alluvioni e fango, forse è il momento dell'inverno e del Natale. Per la precisione il Natale è arrivato, ma dell'inverno...ancora nessuna traccia. Il tempo incalza e al 24 dicembre siamo tutti frenetici e stanchi, ma le poche energie rimaste si trasformano in liete giornate di relax, fra bambini e ragazzi che crescono, nonni e genitori che invecchiano, panettoni e spumanti. 
Viene anche l'epifania, che tutte le feste si porta via, ma del freddo non si vede traccia. Solo 3 giorni di temperature vicine allo zero e poi questa continua primavera forzata, con giornate da sole 'pasquale', alternate a quelle di scirocco e nuvole, che detesto. Oggi è una di queste: 15° con il vento che soffia imperterrito, muovendo le nuvole ed increspando il mare. In ufficio il caldo è quasi insostenibile. Gli uomini lavorano in camicia, mentre le donne, temendo di mostrare caldane da sospetta menopausa, sono timorose nell'alleggerire il proprio abbigliamento.
Mentre rientro a casa, fuori c'è ancora lo scirocco, che fa sbattere le persiane  e spinge poche gocce di pioggia contro i vetri. Se potessi seguire i miei istinti primordiali, appena terminata la cena, andrei a dormire. La giornata è stata intensa ed il miraggio dell'abbraccio di Morfeo ha il suo fascino... ma stasera ho il TEATRO! Il motto diceva "toglietemi tutto, ma non le emozioni" ed io, da fedele abbonata, mi tolgo dalla testa Morfeo e vado a vedere Papaleo! Tanto già lo sento che sarà uno spettacolo piacevole.

Il mio sesto senso non mi ha tradita: lo show scorre lieto fra suggestioni, canzoni, risate e ricordi. Poi si accendono le luci e l'attore chiede di avere sul palco una donna che diventi la sua "Mariateresa", una donna brutta a cui dedicare la sua canzone... No, non mi faccio tentare...faccio finta di nulla e sto qui bravina, nella logora poltronicina rossa, dal velluto consumato. Lui intanto gira fra il pubblico e si allontana... la mia amica dice: "...vai!" ed io replico "se avesse chiesto una bella no di certo, ma se desidera una bruttina...ci potrei anche andare subito, ma si sta pure dirigendo altrove...". Poi sento le parole magiche: "MA NON C'E' UNA VOLONTARIA?"... come un'automa alzo la mano e dico "ECCOMI!"... et voilà, lo showman mi viene a prendere alla 5^ fila, mi porge il braccio e mi accompagna sul palco! Chebbbello, sono di nuovo qui, col cuore che batte all'impazzata ed il viso arrossato dall'emozione. "Come ti chiami?" "Paola" " MA NO.... dovevi dire Mariateresa!!" e scoppia a ridere tutto il teatro. "Rifacciamo: come ti chiami?" al che sussurro con una nota di sensualità "Mariateresa...." e anche sta volta mi accompagna una sonora risata. "Bene Mariateresa, noi abbiamo tante canzoni ma la più bella è proprio quella col tuo nome...". E parte la canzone ritmata e piacevole, con questo complesso di 5 ottimi e simpatici musicisti, che mi ballano e cantano intorno. Sorrido, rido, arrossisco, sprizzo gioia da tutti i pori...e faccio fatica a stare ferma sulla seggiola che mi hanno destinato. Comincio a muovere mani e braccia a tempo di musica...e farei anche di più, se non fosse che non posso rubare la scena ai protagonisti (ih ih ih).  Quando lo showman mi porge il braccio per riaccompagnarmi al posto, lo affianco muovendo il mio corpo al suono della musica, che pervade la sala e mi fa dimenticare tutto il resto :-)
Scendo fra gli applausi e la felicità alle stelle!!

Arrivo a casa, ancora frastornata ed eccitata. Con un pizzico di rammarico penso fra me e me: "Dormiranno tutti". Invece no: la bella 19enne è ancora fuori, il diligente studente studia ed il marito tutto fare è da 2 ore a lavorare dietro al nuovo lavabo della cucina.
"Spettacolo bellissimo" dichiaro soddisfatta, mentre mi tolgo la giacca.
"BENE, PASSAMI IL CACCIAVITE VERDE".
"Sono anche salita sul palco!" incalzo raggiante.
"BRAVA. PASSAMI LO STRACCIO E POI DAMMI L'ASPIRAPOLVERE"
Eseguo senza battere ciglio ed intanto  riassaporo attimo per attimo, quei meravigliosi 5 minuti, che mi fanno dimenticare l'estate non estate e l'autunno di piogge, nuvole, alluvioni e fango. 
"IL FILETTO VA BENE! AIUTAMI CHE TOGLIAMO IL LAVANDINO...IO SPINGO QUI, TU TIENI LA". E così...OOOPLA'!  il vecchio lavandino, consumato, in alcuni tratti ingiallito e un po' sbeccato, esce dalla porta, e con lui i miei ultimi 25 anni di vita, che in un battibaleno scorrono davanti ai miei occhi ancora luccicanti.
"SE MI RIPASSI L'ASPIRAPOLVERE PULISCO, COSI DOMANI METTO IL RUBINETTO E PROCEDO COL LAVORO"
...in casa mia c'è chi ha aspirazioni da attrice e chi da idraulico!
E mentre sono qui, ancora stralunata ed euforica, che ripenso alla serata, fuori il vento continua a dare segnali della sua presenza. 
Ma che bella questa serata di un inverno, non inverno.
Vado a dormire felice, con lo scirocco nelle orecchie, che si confonde con le note di "Mariateresa".