sabato 27 luglio 2013

ESTATE



'Dormiamo circa un terzo della nostra vita. Se andrai avanti così, TU ne dormirai la metà!'. Questo le ripeteva suo padre quando era ragazza ed alla domenica mattina amava poltrire, almeno sino a mezzogiorno. 'Ma che fastidio gli darò mai? Forse dormire un po' di più farebbe bene anche a lui!' si diceva lei fra sè e sè; poi quando era davvero esasperata e trovava il coraggio, gli rispondeva per le rime: 'Papà, se io dormo non disturbo nessuno! E quando mi sveglio sono appagata, piena di energie ed in pace con il mondo. SONO FELICE DI DORMIRE!!' 
Beatrice era l'ultima di 5 figli, la piccola di casa, arrivata tanto desiderata, dopo ben 4 maschi. Per tutti era BIBI, soprannome che non aveva mai particolarmente adorato, perchè troppo frivolo e femminile. Lei si sentiva un maschiaccio, sempre determinata e con i piedi ben saldi a terra. Anche adesso, che aveva già da un pezzo superato i 30 anni.
Quel giorno di giugno sulla spiaggia era caldissimo: non c'era una bava d'aria e la stragrande maggioranza dei villeggianti cercava un po' di refrigerio nell'azzurro mare, che contrastava con i sassolini bianchissimi della spiaggia. Dopo un breve bagno, fatto più per sopravvivere alla calura che per assecondare un inesistente desiderio di nuotare, Beatrice si sistemò sull'asciugamano steso sotto l'ombrellone. 'Così va decisamente meglio' pensò. Intorno schiamazzi, risate, una coppia di coniugi che litigava per definire la posizione ottimale in cui piantare l'ombrellone, un bambino che continuava  a piangere perchè i genitori non gli davano il permesso di fare il bagno, un papà che chiamava a gran voce i figli per mostrargli un granchio, che si muoveva guardingo sugli scogli. Improvviso il profumo al cocco di una crema solare si diffuse nell'aria. Era un profumo che Beatrice adorava, anche perchè la riportava alle sue estati da bambina, sulla riviera romagnola. Cocco, bomboloni, frutta caramellata, tante biciclette e pedalò: un mondo lontano, in cui lei vedeva solo il bello, senza rendersi conto che le spiagge romagnole erano eccessivamente affollate ed il mare non era certo quello limpido e turchese della Sardegna. Ma che importanza aveva? La felicità è fatta di sensazioni piacevoli... e lei spesso si sentiva felice, incurante delle convenzioni, dei luoghi comuni e soprattutto di quello che pensava la gente. 'Lo scorso week end siamo stati a St. Tropez, un incanto!' diceva la sua vicina di casa, più per ostentare che per condividere. 'Io sono stata a Rimini!' rispondeva lei divertita '...e ci sono stata benissimo! Se riesco ci torno anche per le vacanze d'agosto!!' e sorrideva, mentre la vicina la guardava con un certo disprezzo altezzoso. A voler essere onesti, anche lei adorava la Costa Azzurra, ma era una cosa personale, che non andava necessariamente pubblicizzata: ci andava con il suo amore! Sempre troppo di rado, è verò, però quando lui riusciva ad inventarsi qualche buona scusa per lasciarsi alle spalle la famiglia ed il lavoro, trascorrevano 3 meravigliosi giorni insieme... solo loro due! Adesso mentre era sola nella calma di giugno, nella assolata spiaggia toscana, sentiva più che mai la nostalgia di Alberto. Guardandosi intorno le sembrava di vedere solo coppie e famiglie felici, con bambini belli come quelli delle pubblicità. Beatrice non era mai stata sposata, non aveva figli ed immaginava che la vita degli altri potesse essere più serena e ricca di soddisfazioni della sua. Alberto era un 'amore', questo era certo: faceva davvero di tutto per renderla felice, ma avere un uomo 'part-time' non era il massimo... vada per il lavoro... ma non per l'affetto! Lei sapeva aspettare, la pazienza era uno dei suoi punti forti, ma a tutto c'era un limite ed il suo orologio biologico le ricordava ogni giorno che non aveva più tanto tempo davanti. E più questo pensiero la assillava, più il suo sguardo veniva catturato dalle famiglie alla 'Mulino Bianco', come quella alla sua destra. Il lui in questione era un figo di 35 anni stile Jonny Deep: capelli nerissimi, carnagione molto scura, un bel naso regolare e deciso, un velo di barba che lo rendeva ancora più intrigante, un fisico asciutto, ma muscoloso nei punti giusti. Forse un piercing di troppo sul sopracciglio destro, ma si sà che la perfezione non è di questo mondo. La moglie doveva avere più o meno la stessa età; carnagione chiara, capelli scuri, graziosa, ma nell'insieme anonima. I bambini erano bellissimi, soprattutto la bimba di 5 anni, che rifletteva i tratti somatici del papà, mentre il bimbo di 3 anni aveva quelli della mamma. Il piccolo, avvolto nel suo accappatoio con cappuccio da squalo, si guardava intorno, invidiando il bambino dell'ombrellone a fianco, che giocava con un coloratissimo canotto a forma di automobile, con tanto di volante e clacson. Si, in questo momento Beatrice ed il piccolo di 3 anni, guardando il proprio vicino di ombrellone, provavano la stessa emozione: INVIDIA! Segnale significativo di come le emozioni siano sempre attuali, indipendentemente dal soggetto e dall'età in questione. E per completare quel quadretto delizioso cosa si aggiunge? La moglie del figo si alza per guadagnare il mare davanti a lei ed ostenta una bella pancia da 5° mese di gravidanza! 'Accidenti, questo è troppo!!' pensò Beatrice, 'non contenta del marito super, della bimba bellissima e del bel bambino invidioso, ASPETTA PURE IL 3° FIGLIO! Col culo che avrà saranno 2 gemelli, un maschio ed una femmina, tanto da non turbare gli equilibri di questa famiglia, all'apparenza così perfetta'. Ma cosa ne poteva poi sapere lei? Già. L'unica cosa che sapeva, con estrema precisione, era il dispiacere di essere lì da sola. Intanto il vento si era alzato, increspando leggermente il mare, dove le correnti avevano portato parecchie alghe, che non invitavano ad un nuovo bagno. Le cicale dalla pineta, sul retro della spiaggia, insistevano con il loro frinire. Mentre il vento le accarezzava la pelle, immaginando che fossero le belle mani di Alberto, si addormentò.




giovedì 4 luglio 2013

Divagazioni e serenità

Sono le 21,00 di una sera di mezza estate. Ho ancora tante cose da fare: preparare gli arancini di riso per domani, far partire la lavapiatti, mettere via la biancheria, fare un po' di ordine nel cassetto del comò... tutte attività che mi aspettano a braccia aperte, dopo una normale giornata di lavoro in ufficio, ma stasera ne ho decisamente meno voglia del solito. 
E' finalmente arrivata l'estate! Non posso investire del tempo in attività di routine... questa volta mi faccio coraggio, mi limito all'essenziale (leggasi: far partire la lavapiatti) e dedico qualche minuto a bearmi del panorama. 
La finestra è aperta sulla città: il tepore mi avvolge e pervade la casa.
Il mare calmo sembra un lago, dove i traghetti per la Sardegna si allontanano verso l'orizzonte, promessa di spiagge dorate e meritate vacanze. Quando i bambini erano piccoli, in simili circostanze, talvolta facevamo così: mentre il traghetto si allontanava, illuminato a festa, col fumo che usciva dalle ciminiere e la sirena che emmetteva il fischio che accompagna l'uscita dal porto, noi stavamo alla finestra a salutare i passeggeri sul ponte, dicendo: 'Buone  vacanze! Divertitevi, godetevi il mare della Sardegna!' ...ovviamente non ci sentiva nessuno (per fortuna!), anche perchè siamo davvero lontani dal porto, ma questo rito di buon augurio metteva a tutti il buon umore. E pensavamo: prima o poi su quella nave ci saremo anche noi!
Le rondini volano nel cielo, con il loro tipico verso... 'Cosa fanno' chiedo a mio marito, barriscono??' 'Brava!' mi risponde lui dal divano ridendo '...non sono mica elefanti! Garriscono!!' ... si è vero, guarda alle volte come basta cambiare una consonante per fare la figura dell'ignorante... comunque sia, che si tratti di elefanti che barriscono o di rondini che garriscono, questo incanto mi riporta indietro nel tempo... siamo d'estate in villeggiatura, nella casa dei nonni: la cena si è conclusa già da tempo e ci ritroviamo tutti sul terrazzino della sala da pranzo. Il nonno è rilassato e fuma una delle pochissime sigarette che si concede nell'arco della giornata. Le rondini fanno voli meravigliosi, soprattutto agli occhi di noi bambini. La nonna canta, seguendo il suono delle campane della vicina chiesa. Nei miei ricordi la nonna cantava sempre, così come il mio papà. Sarà per questo che anche io canto in continuazione? Forse una 'tara' di famiglia. Così come la tendenza alle vene varicose, io ho preso la predisposizione al canto: non significa che canti bene, ma sicuramente ho sempre con me il desiderio di cantare, che siano le 8,00 della mattina, mezzogiorno o le 3 del pomeriggio. 'Volete che vi canti qualcosa?' chiedo talvolta ai miei colleghi, immersi nel lavoro o semplicemente nei proprio pensieri. 'NO, GRAZIE!!' rispondono quasi in coro, cercando di scongiurare strazi per le loro orecchie. Ma ritorniamo al terrazzino coi nonni: terminata la sigaretta il nonno prendeva una moneta (forse 50 lire?) e senza farsi vedere la nascondeva in una delle sue grosse mani (potremmo chiamarle 'manone') e poi iniziava la filastrocca, compagna di tante serate: 'Mano, mano ruota, quale è piena e quale è vuota?' ci chiedeva, ed il nipotino di turno rispondeva 'pero, melo, dimmi il vero, non mi dire una bugia, qua ci spero, qua ci sia!' ed indicava la manona che riteneva potesse nascondere quel piccolo tesoro... 
Ecco, sono bastate le rondini e questa piacevole sensazione che sia arrivata l'estate, perchè nella mia testa abbiano cominciato a frullare tutte le cose appena raccontate. 
Divagazioni e serenità, in una sera d'estate.