lunedì 26 agosto 2013

Segni del tempo (ovvero insofferenza)



Ore 8,05 siamo già in spiaggia! E non in quella a 10 minuti da casa, bensì in una più lontana, mai visitata, che richiede il trasferimento in auto e parcheggio a pagamento in apposita area, semideserta al nostro arrivo. Sistemiamo ombrellone, asciugamani, seggioline: tutto pronto. Trattasi di spiaggia per ‘intenditori’: no lettini, no docce, no bar,  no divertimenti, solo natura, quasi incontaminata, in genere assai gradita ad una utenza adulta e matura.  In questo piacevole angolo si sente benissimo lo sciabordio del mare, mancherebbe solo un po’ di tepore, o meglio il sole c’è, ma ancora palliduccio. Se qualcuno mi desse un golfino… io quasi quasi mi ranicchierei: potrei farmi cullare dal suono delle onde e proseguire il sonno, stamani interrotto anzitempo. Alle 9,00 i miei pensieri vengono disturbati da un bambino di 9/10 anni, che già discute con i genitori. Bimbo, andare un po’ più in là noo?! Evidentemente anche i tuoi genitori hanno stabilito che questo sia l’angolino più delizioso della spiaggia. Certamente lo era prima del vostro arrivo! Pare che taccia; bene. Costumino rosso, pancia con 3 rotoli di ciccia, che è peggio della mia, gioca coi sassolini bianchi. Qui ce ne sono milioni: speriamo che il gioco lo diverta e lo impegni a lungo. Ho parlato troppo presto: ora canta! Adoro le persone che intonano motivetti di tutti i tipi, lo trovo un segnale di animo lieto, però… Il di lui babbo mi salva: ‘Metti le ciabatte e si va a vedere laggiù?’ Ottima idea! Bravi, meglio non poltrire sotto i raggi del sole, ora piacevolissimi; lasciate riposare le ‘panisse’ come me. Sono stata nuovamente avventata nei  miei pensieri: dopo pochi minuti già ritornano. Il bambino dice con entusiasmo ai genitori: ‘E’ la prima volta che ci sistemiamo sugli scogli!’ e in men che non si dica emigrano nella nuova postazione. Bene, benissimo… questa è davvero la volta buona e finalmente mi addormento.



Parto per un viaggio 2?



Stamattina la temperatura è più calda dei giorni scorsi; alzarsi dal letto è stata un’impresa quasi titanica. Facciamo colazione svogliatamente, mentre il super  sportivo  di casa già da un’ora sta cavalcando la sua bicicletta da corsa, per aumentare le proprie - già numerose - conquiste in terra marchigiana. 
Chiedo: ’E se oggi ci prendessimo un giorno di vacanza?’ ‘Ma non siamo già in vacanza?!’  replica la mia bella 18 enne. ‘Certo che si – rispondo io – ma è anche bello prendersi un giorno di libertà dalla nuova routine della spiaggia e dei bagni in mare’ replico,  per cui dopo uno sguardo di intesa ci confermiamo contente: ‘OGGI SI STA A CASA’. Bene, benissimo,  così mi potrò dedicare a quelle piccole cose sin’ora trascurate, oltre a nuove forme di relax. Breve pulizia del piccolo appartamento, lavaggio di un paio di indumenti, preparazione delle verdure e della frutta che serviranno per l’ora di pranzo,  acquisto del pane e di alcuni generi di conforto, nel vicinissimo negozio, a soli 20 passi da casa e poi via al relax, in questa splendida giornata di sole.

Innanzitutto vado sul terrazzo ed apro il lettino, su cui appoggio il morbido cuscino a righe bianche e verdi; poi tiro giù l’ampia tenda bianca (bella proprio come quelle delle case sulle riviste), sino a lasciarla in posizione ‘strategica’, ovvero in modo che una volta sdraiata la testa rimanga all’ombra ed il corpo, minimamente coperto dal nuovo bikini blù/viola, sia illuminato dal sole. Non sia mai che si rientri dalle vacanze al mare pallidi e grigi: siamo mediterranei? W la pelle abbronzata! Se poi dorata, ancora meglio. 
Bene, direi che ci siamo: mi stendo per il mio relax.  Accidenti:  mi sono dimenticata la rivista ed il libro, compagni fondamentali da alternare nelle prossime 2 ore. E lo spruzzino? Vogliamo farne a meno? Forse gli altri ci riusciranno, io no! E’ un po’ come la mia coperta di Linus: se non è con me, io non mi sdraio al sole neanche  5 minuti,  soprattutto quando siamo nella massima calura estiva, per cui mi rialzo, lo riempio d’acqua fresca e lo porto in terrazzo.  A questo punto, essendo già tante le cose che vorrei tenermi vicine (libro, rivista, spruzzino), convengo che sia opportuno prendere anche il tavolino, su cui appoggiarle ordinatamente.  Già che ci sono porto con me anche l’MP3, le parole crociate e la biro. A dire il vero sono abbastanza negata nel farle, quello che adoro di più sono i giochini che ho sempre chiamato ‘Annerite gli spazi’ e ‘Unite i puntini’,  i cui veri nomi sono ‘Che cosa apparirà?’ e ‘La pista cifrata’.  Li adoro: 1° mi ricordano quando ero bambina. Quando finalmente trovavo il coraggio, chiedevo alla nonna, abilissima nel Bartezzaghi & C.,  di poterli fare io e lei con un po’ di magnanimità mi concedeva l’onore di compiere quelle due missioni in vece sua. 2° non devi pensare a niente: puoi quasi ‘staccare’ il cervello, il massimo per i miei momenti di pace assoluta. Ok,  parto con la settimana enigmistica: come dico io annerisco gli spazi, poi unisco i puntini, intanto mi spruzzo con l’acqua fresca.  Ogni tanto sollevo lo sguardo: non si vede il mare, peraltro si trova qui vicino a 10 minuti di strada, ma si ammirano colline fitte di vegetazione, gruppi di alberi che si alternano a campi arati o pieni di girasoli, che ormai stanno abbassando il capo, lasciando il ‘fu’ giallo ad un tenue giallino, con punte di marrone intenso. Qua e là splendide ville bianche, circondate da regolarissime siepi, che ne delimitano i confini. Intanto continuo a spruzzarmi. Il cielo è azzurro,  tranne alcune nuvole, in fondo a destra, color panna.  Dappertutto svolazzano tante farfalle bianche; non ne ho mai viste così tante! Davvero belle, con il loro volo incerto, alcune si muovono solitarie, tante altre volano in gruppi di 4/5 e sembra quasi giochino a prendersi. Spruzza qua e spruzza là, la piccola riserva d’acqua  a mia disposizione è quasi esaurita, per cui mi alzo per rifornirmi. Già che ci sono prendo anche la pinza per sollevare i capelli, diventati fastidiosissimi in questa calura estiva.  Ah, ricordarsi  la crema protezione 10, non particolarmente elevata, ma che giudico perfetta per la mia attuale sosta al sole, nonché la crema speciale per piedi morbidi e ben curati. Bene, mi ristendo e spalmo a piene mani dapprima la crema solare, comperata più per l’intenso e piacevole profumo, che per i reali obiettivi di protezione cutanea, successivamente quella per piedi da favola. Terminata l’operazione, mi sento morire dal caldo. Scapperei, anziché resistere a questo sole quasi allo zenith. Un po’ di aria che smuove la tenda, mi rinfresca le idee e mi dà il coraggio di resistere, intanto spruzzo, spruzzo, spruzzo. 
Gli ulivi del giardino di sotto muovono i loro rami, così come l’oleandro dal lato opposto della strada. Via le parole crociate, passiamo al libro; piacevole, scorrevolissimo ma dopo tre capitoli di ‘Ragione e sentimento’- libro in cui domina la monotona vita di campagna dell’800 e le affannose ricerche per accasarsi-  preferisco abbandonarmi a pettegolezzi e curiosità, decisamente più frizzantini ed attuali, per cui sfoglio la rivista estiva, che ho il coraggio di acquistare solo un paio di volte all’anno, per la precisione solo durante le ferie del mese di agosto, quando sotto l’ombrellone è quasi permessa qualunque lettura. E intanto spruzzo acqua e spruzzo ancora, per cercare di mitigare il solleone. Forse tirando un po’ più giù la bella tenda bianca… magari andrà meglio, così  mi alzo, abbasso la tenda e mi risdraio. Nulla da fare, sempre un caldo torrido, per cui decido che sia il momento di bere un bel bicchiere d’acqua fresca.  Cosa c’è di migliore?  Bevo ed aggiungo la bottiglia e il bicchiere ai vari oggetti ormai stipati sul piccolo tavolino; in ordine: libro, rivista, parole crociate, biro, MP3, spruzzino, crema solare, crema piedi, bottiglia d’acqua e bicchiere. Mancano solo alcuni generi alimentari e poi sembra che io debba partire per un lungo viaggio, invece mi chiama mia figlia: ‘Mamma, mangiamo? Sono le 12,45 che ne dici?’ E le mie 2 ore di relax dove sono finite? Accidenti come vola il tempo quando ci si diverte!

domenica 11 agosto 2013

UOMINI



1

Statura media, fisico mingherlino, nonostante avesse superato i 50 Giovanni poteva ancora ostentare una capigliatura folta e nerissima, che era l’invidia di tanti suoi amici, che invece già da anni dovevano combattere contro la calvizie.

Amava le donne! Non tutte ed indistintamente, ma tutte quelle il cui aspetto avesse qualche bel particolare, che catturasse la sua attenzione e stimolasse la sua fantasia.  Purtroppo i ‘bei particolari’ in circolazione erano davvero tantissimi, per cui alla fin fine, se non proprio tutte, ne amava davvero parecchie. Più di una volta si era chiesto quale fosse il numero perfetto: 3? 5? 7? Non lo sapeva, ma era assolutamente convinto che dovesse essere un numero dispari, ovviamente con esclusione del primo. Negli ultimi tempi si intratteneva con 4 donne contemporaneamente (ognuna all’oscuro dell’esistenza delle altre)  e pertanto, visto che il numero dispari era da preferirsi,  era alla affannosa ricerca della 5^.



Il suo sguardo cadde su Isabella, che a dispetto del nome, di bello aveva davvero poco, ad eccezione di  splendide mani. Dita affusolate, pelle candida e perfettamente liscia, unghie lunghe e sempre ben  curate, davvero uno spettacolo da guardare e riguardare; immaginava persino che quelle mani potessero avere doti terapeutiche: esserne accarezzato doveva per forza donare almeno il buon umore, se non addirittura un diffuso stato di benessere.



Elena era dolce ed aggraziata, ma ciò che lo aveva attratto non era tanto il suo bel viso regolare, con un nasino alla francese, quanto quel neo impertinente, che si trovava vicinissimo al labbro superiore. Era un particolare che ‘stuzzicava’ e certamente aumentava il desiderio di baciare quella bocca, carnosa e sensuale.



Con Francesca era stato innamoramento  a prima vista! Minuta e florida, aveva un decolletè che non passava inosservato,  una splendida 4^ a tutto tondo!



Mara aveva qualche anno più di lui, alta e magrissima con  incantevoli occhi azzurri, di un colore molto  intenso, che adesso spiccava ancora di più fra i capelli grigi, donandole un aspetto distinto e affascinante.



Daniela era il suo amore da sempre. La loro relazione durava da oltre 15 anni e non si ricordava più nemmeno lui quale fosse stato il particolare che lo avesse ammaliato, tanti ne aveva. Riccioli biondi, con cui lui amava giocare, due guance paffute, che veniva voglia di morsicare, come se fossero un bella mela,  lunghe gambe che non stavano mai ferme, vista la passione di lei per ogni tipo di sport.



Aveva modi talmente signorili ed era così ricco di interessi,  da non avere alcuna difficoltà ad affascinarle. Sembrerà strano: a tutte diceva di essere sposato, ma in realtà era ‘single’! Grazie a questo piccolo stratagemma, viveva da solo in un bell’appartamento in centro città, dove mai ospitava le sue donne, preferendo frequentare le loro rispettive abitazioni. La fanciulla di turno, credendo nell’esistenza di una moglie, si accontentava di quell’amore a spizzichi e bocconi; d’altra parte lui non era animato da cattive intenzioni: tutt’altro! Era così entusiasta di dare il massimo di se stesso, che riusciva davvero a fare sentire ognuna come la più bella del reame, amandola e prodigandosi oltre ogni ragionevole aspettativa. Le donne erano la sua passione e la sua ossessione e con gran dispendio di energie riusciva a renderle felici. Tutte.



2

Alto,  fisico imponente, folta barba che contrastava con i pochi capelli grigi.

Amava le donne! Marco era profondamente fedele: le sue attenzioni dovevano essere esclusivamente dedicate alla sola donna  oggetto  del suo amore. Ne era orgoglioso: non aveva mai tradito nessuna! Altrettando non si sarebbe potuto dire nei suoi confronti. Nonostante  fosse convinto di saper entrare nella testa delle donne (e non solo nel loro corpo) evidentemente ci restava per poco, perché immancabilmente veniva lasciato dall’innamorata di turno, sempre dopo una storia più o meno lunga, ma passionale e coinvolgente, che regalava ad entrambi forti emozioni. Sembrava una storia già scritta che si ripeteva,  sempre diversa nella protagonista femminile, ma sempre uguale per il protagonista maschile e per il ‘non lieto’ fine. Tuttavia ogni volta pensava con gioia: ‘FINALMENTE È LA DONNA DELLA  MIA VITA!’ e con altrettanta gioia la presentava a tutto il resto della famiglia, composta da due fratelli e una sorella, oltre a  vari cognati e nipoti.

Nell’arco degli ultimi 20 anni, sua sorella aveva conosciuto almeno  5 potenziali cognate, con ognuna delle quali aveva instaurato e mantenuto ottimi rapporti, anche al termine di ogni storia. Questo fatto l’aveva recentemente spinta a chiedere al fratello di desistere nel continuare a trovare la ‘donna della sua vita’ poiché la sua agenda, già ricca di impegni familiari e di lavoro, ormai era anche fittissima di appuntamenti con le ex del fratello… D’altra parte avendo Marco solo 42 anni, le sue aspettative di ricerca potevano avere ancora un ampio raggio d’azione.



3

‘Da sempre ti ho aspettato.... Sei l’amore della mia vita!’

A quale donna non piacerebbe sentirsi dire così? E come molte, questa era la frase che Luisa   avrebbe voluto sentirsi dire  da un uomo, dal suo uomo… purtroppo un uomo nella sua vita non c’era e soprattutto non c’era mai stato! Situazione terribile, non solo per l’indubbia solitudine e la mancanza di affetto,  ma soprattutto perché gli anni passavano e gli uomini non si accorgevano di lei. Tant’è non si voleva rassegnare; più la sua pelle sfioriva e più sentiva crescere  forte il desiderio di trovare il suo principe azzurro, o almeno un porto sicuro in cui intravvedere la quiete dopo la tempesta. E che tempesta! Aveva da poco festeggiato i suoi primi 40 anni da single e l’idea di affrontare anche i successivi 40 in solitudine, non era proprio una prospettiva allettante. Non era certo una bellezza rara, ma sicuramente non era da buttare via, potendo contare su un insieme piacevole. Cosa c’era in lei che non funzionava? Questa domanda la stava ormai perseguitando da anni.



4

Sì, con le donne aveva decisamente successo, ma con il trascorrere del tempo, sempre più spesso Giovanni si domandava se quella vita piena di relazioni, da un certo punto di vista clandestine, avesse un senso… e se avesse sbagliato tutto? Se la vera felicità fosse stata amare una sola donna, anziché continuare a farsi ammaliare da tante? Non era capace a darsi una risposta, ma in cuor suo sperava di poter prima o poi incontrare la donna giusta.



Per quanto ogni volta la relazione con la ‘donna della sua vita’, partisse sempre alla grande, grazie anche al suo slancio, Marco prima o poi si ritrovava sempre  da solo. Perché? Dove sbagliava?






5

Luisa da tempo aveva deciso di meritarsi una giornata di vacanza al mare, così finalmente arrivò il  giorno tanto atteso; prese la sua Fiat 500 come ogni giorno, ma anziché raggiungere il posto di lavoro, imboccò l’autostrada verso la Liguria. A parte qualche camion, il traffico era scorrevole e trattandosi di un giorno infrasettimanale, la coda al casello era minima. Il cielo aveva qualche nuvola, da cui il sole faceva capolino, ma il suo cuore era raggiante: una giornata che si era conquistata con tutte le sue forze! Parcheggiare non fu facile, ma tutti i suoi sforzi furono improvvisamente premiati: EVVAI eccoti finalmente, posteggio della malora!  Pochi minuti dopo il suo asciugamano arancione spiccava sulla scogliera, da cui si godeva uno scorcio incantevole: mare verde scuro, il cielo nel frattempo diventato terso, grazie al vento che aveva allontanato le poche nuvole del mattino, alcuni gabbiani che volavano sopra di lei. Inforcò gli occhiali, di cui purtroppo non poteva più fare a meno, e dopo essersi sistemata iniziò a leggere il libro che le stava facendo compagnia da alcune  sere. Lo schiamazzo di alcuni bambini catturò la sua attenzione: ridevano e giocavano nell’acqua,  che da lì sopra sembrava persino pulita. Decise che era arrivato il momento di concedersi un bel bagno.







6

Giovani e Marco non si conoscevano. Entrambi collezionavano  nuovi amori, sebbene con modalità  diverse, uno sempre alla ricerca di nuovi stimoli, l’altro della donna ideale. Avrebbero potuto incontrarsi, diventare amici, confidarsi i propri mondi:   se avessero potuto osservare  la propria vita con gli occhi dell’altro, probabilmente sarebbero riusciti a cogliere meglio quello che non funzionava. E sì perché sebbene perseguitassero nei loro intenti, nessuno dei due si sentiva completamente appagato: c’era sempre una insoddisfazione di base, per cui la felicità durava solo un attimo fugace.

Si sa la vita è fatta così: strade che corrono parallele, strade che si allontanano, strade che si incrociano. Le loro si sarebbero mai incontrate? Finchè arrivò quel caldo giorno di giugno.



Giovanni aveva un intervallo per il pranzo di ben 3 ore, così stabilì che poteva essere finalmente giunto il momento di riprendere la tanto agognata stagione della ‘pausa balneare’. Non era certo come quando da ragazzo trascorreva 3 mesi con  gli amici in spiaggia, ma sicuramente vivere in una città di mare aveva i suoi vantaggi.



Marco quel giorno litigò col capo. Una lite davvero accesa, per cui anticipò di gran lunga l’uscita dall’ufficio. Aveva una rabbia addosso, che doveva assolutamente scaricare. Passò da casa a prendere ciò che gli serviva e dopo poco era alla scogliera. ‘Cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso, eccola qua!’ erano le parole che risuonavano sempre nella sua testa, ogni volta che faceva il primo bagno della stagione. Mai canzone fu più azzeccata di quella! D’altra parte nuotare era una delle cose che più amava fare, anche perché quando era nell’acqua, dolce o salata che fosse,  il suo fisico imponente non dava più nell’occhio e lui si sentiva libero di muoversi. E di rilassarsi.



Fu questione di un attimo. Luisa rimase colpita da quel fisico imponente, che con grande eleganza si tuffò e sparì fra le onde. Tranquilli: non ci lasciò la pelle! Marco ci lasciò solo le tensioni accumulate… e quando dopo una lunga nuotata raggiunse la spiaggia, il suo viso aveva tutta un’altra espressione. Sembrava sin bello, tanto era diventato rilassato. Fu proprio sul bagnasciuga che Luisa e Marco si incontrarono e con una scusa puerile (scusi, sa l’ora?) iniziarono a parlare. Fitta conversazione, visto che dopo un’ora erano ancora li. ‘Niente male’,  pensò lui. ‘Tipo interessante’, pensò lei. Dopo un caffè al bar, macchiato con tanta schiuma, si scambiarono i numeri di telefono, dopodiché Marco la salutò.



Rimasta sola ma soddisfatta di quell’incontro, Luisa si trattenne ancora un po’ comodamente seduta al tavolino del bar, quando sopraggiunse Giovanni. Lei aveva uno sguardo dolcissimo e fu questo bel particolare che catturò l’attenzione del nostro ‘Don’ Giovanni, che dopo aver apprezzato l’insieme piacevole, subito si diede da fare per attaccare discorso. Luisa,  dapprima diffidente, rimase così frastornata dal quel fiume di parole in piena, che solo più tardi si rese conto di aver lasciato il suo numero di telefono anche a questo secondo bell’esemplare dell’altro sesso, così come aveva fatto poche ore prima con Marco.



Dopo questa piacevole giornata alla spiaggia, sulla via del ritorno  verso casa, il suo cellulare fece BIP BIP varie volte: WOW! Marco e Giovanni non perdevano tempo!







7

Come è curiosa la vita: sei lì da anni in attesa del tuo principe azzurro e poi, quando meno te lo aspetti, solo perché hai deciso di prenderti un giorno di vacanza inusuale, ti ritrovi addirittura con ‘due bei ranocchi’… che probabilmente, se troverai il coraggio di baciare, si trasformeranno nel principe, tanto agognato! E si: dopo un mese da quel caldo giorno di giugno, Luisa aveva ben due spasimanti (ovviamente ognuno con i suoi pro e con i suoi contro) ma lei,  lusingata e frastornata da tante attenzioni, mai ricevute nel resto della sua vita, non sapeva decidersi se lanciarsi nelle braccia dell’uno o nelle braccia dell’altro. Man mano che si approfondivano le conoscenze si sentiva sempre più attratta da entrambi e la scelta per lei, insicura da sempre, diventava ancora più impegnativa. Marco o Giovanni? Giovanni o Marco?



Marco era partito con il  solito slancio e già aveva confidato a sua sorella: ‘Forse ci siamo! Mi sento che Luisa è la donna della mia vita! E’ bella, intelligente, sportiva… è lei che stavo cercando!’ Sua sorella, avezza a tanto entusiasmo, non ne era così convinta, tuttavia in cuor suo sperava che Marco avesse ragione, almeno avrebbe posto finalmente termine a questa ‘caccia al tesoro’.



Giovanni ormai aveva un solo chiodo fisso: Luisa, Luisa, Luisa. Fra se e se si diceva: ‘Dove sei stata per tutta la vita? Per fortuna il destino ci ha fatto incontrare. Per te potrei dare una svolta alla mia esistenza e rinunciare a Isabella, Elena, Francesca, Mara e Daniela… E poi sei bella, intelligente,  tranquilla come me…’



Dopo qualche tenera effusione sia con Marco che con Giovanni, tanto per non portarsi dietro il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata, Luisa aveva proseguito l’estate frequentando sia uno che l’altro, con assidui week end nella località balneare.  E più passavano i giorni, più si sentiva inebriata,  felice ed incapace di scegliere. D’altra parte aveva fatto la ‘formica single’ tutta la vita: adesso era arrivato il suo momento da ‘cicala’!



L’estate ormai volgeva al termine, il numero di ombrelloni sulle spiagge calava, le giornate, più fresche e terse, si stavano sensibilmente accorciando. Finchè arrivò quella domenica di settembre, in cui Luisa si sentì dire  ( sia da Marco che da Giovanni!) ‘Da sempre ti ho aspettato.... Sei l’amore della mia vita!’ Furono momenti meravigliosi!Era conscia di essere intelligente,  in gamba sul lavoro, sensibile e di sani principi ma solo durante l’estate, grazie a Giovanni e Marco, aveva capito di avere altre qualità, che piano piano erano emerse, allontanando la sua innata insicurezza. Questa duplice ed inaspettata dichiarazione,  le diede il coraggio di dare una svolta alla sua vita. Il brutto anatroccolo solitario, ormai era un ricordo.  Con una decisione repentina ed irremovibile, li lasciò entrambi! Luisa ora era: divertente, vitale, addirittura sexy (!) e con questa nuova consapevolezza salutò l’estate, la Liguria, i due principi ed andò alla conquista del mondo.



Come già detto la vita è un insieme di  strade, che corrono parallele o si incrociano… forse solo adesso le loro si sarebbero veramente incontrate? Quella stessa domenica di settembre, Marco e Giovanni si trovavano  nella via principale della loro cittadina ligure, all’altezza del Bar Rossetti: erano circa le 21,00 quando entrambi decisero di prendere un caffè, ognuno perso nei propri tristi pensieri, ancora inebetiti per la fine repentina di quell’amore, in cui ognuno aveva tanto sperato, all’insaputo dell’altro. Si avviarono verso la cassa, erano a pochi passi di distanza,  si scambiarono un cortese sorriso mentre ambedue ordinavano un caffè macchiato, con ‘tanta schiuma’… c’eravamo quasi, ma improvvisamente  l’attenzione di uno dei due venne catturata da un bimbo di circa 2 anni, a cui era caduto il ciuccio. Così il loro incontro si limitò esclusivamente a quel casuale sorriso, dietro ad un caffè macchiato con tanta schiuma, nulla di più. Non diventarono mai amici, non si confidarono mai nulla, non seppero mai di aver condiviso le attenzioni di Luisa; continuarono tutti e due nelle loro ossessioni d’amore... e continuarono ad amare le donne!

domenica 4 agosto 2013

La prima cosa bella

Quando ero bambina in casa si ascoltava Nicola di Bari che cantava: 'La prima cosa bella', canzone dolcissima degli anni '70, che mi piaceva allora e che mi piace ancora di più adesso, sebbene siano trascorsi 40 anni. Certamente sono tante le cose belle, difficile ricordarle tutte. Quasi impossibile dire quale sia stata la 'prima' se ci si riferisce all'arco temporale della propria vita, mentre in valore assoluto è tutto più semplice: la prima, intesa come la più importante, per me è la famiglia, senza distinzioni tra quella d'origine e quella che si crea quando si diventa abbastanza grandi e maturi, per crearne una nuova.
Oggi mentre la riascoltavo guardando il filmato su youtube (accidenti a queste diavolerie moderne!) mi è venuta una gran malinconia... il filmato mostra parecchie scene di una mamma con i suoi 2 bambini, maschio e femmina, e così pensare ai miei, quando erano piccoli, è stata solo questione di un battere di ciglia. Erano i miei 'topini', piccoli e dolcissimi, pieni di attenzioni ed affetto per la loro mamma (proprio come ora eh? mannaggia...). Quando il topino aveva circa 3 anni mi sentiva parlare spesso di un certo  acquisto assai costoso ed irraggiungibile, così un giorno mi disse: 'MAMMA... SE VUOI LO CHIEDO IO A BABBO NATALE!!' E quando la topina, anni dopo,  aveva su per giù 4 anni, convinta di una reincarnazione futura, mi disse: 'MAMMA, NELLA PROSSIMA VITA, POTRESTI FARE DI NUOVO LA MIA MAMMA?'

Bellissime cose belle.