La settimana scorsa sono stato ad un 'Mercatino dell'usato e dell'antiquariato', una di quelle occasioni in cui il tuo sguardo spazia entusiasta a sinistra ed a destra, non riuscendo a fermarsi, tanti sono gli oggetti che catturano la tua attenzione. Numerose bancarelle ricche di cianfrusaglie, ninnoli, piatti e bicchieri se non proprio antichi, sicuramente vecchi, asciugamani di lino e pizzi della nonna, piccoli oggetti di valore, e poi tanti antiquari, che mostravano con orgoglio mobili di ogni epoca e valore.
In questa infinita varietà di cose i miei occhi si sono posati su una piccola scatola rettangolare di legno, non particolarmente grossa, con qualche piccolo intarsio. Avvicinandomi ho notato una incisione con 2 iniziali G e T. L'ho aperta, motivato da una grande curiosità; al suo interno vi ho trovato una spazzola di crine, con il manico d'argento in stile liberty, accompagnata da un bellissimo specchio, anch'esso della stessa fattura. Davvero due oggetti affascinanti, che rimandano ad un tempo ormai lontano, forse recuperati in una soffitta, dove erano stati dimenticati da tutti. Con delicatezza ho preso in mano lo specchio: mentre lo osservavo si è letteralmente aperto in due! Cercando di rimettere insieme i pezzi, mi sono reso conto che era caduto un foglietto di carta sgualcita ed ingiallita, che certamente aveva trascorso gli ultimi 80 anni in quel inusuale nascondiglio, racchiuso tra la superficie dello specchio ed il retro d'argento. Incurante di quello che mi stava intorno, l'ho aperto con delicatezza, facendo attenzione che non mi si rompesse fra le mani. Il testo era scritto con l'inchiostro nero di una penna stilografica, con calligrafia in corsivo, che appariva davvero 'elegante'... chi aveva scritto quel foglio doveva averci messo il massimo dell'impegno. Solo leggendolo ho capito il perchè...
15 maggio 1913
Mia Teresa,
non so cosa cerco, non l'ho capito
In questa infinita varietà di cose i miei occhi si sono posati su una piccola scatola rettangolare di legno, non particolarmente grossa, con qualche piccolo intarsio. Avvicinandomi ho notato una incisione con 2 iniziali G e T. L'ho aperta, motivato da una grande curiosità; al suo interno vi ho trovato una spazzola di crine, con il manico d'argento in stile liberty, accompagnata da un bellissimo specchio, anch'esso della stessa fattura. Davvero due oggetti affascinanti, che rimandano ad un tempo ormai lontano, forse recuperati in una soffitta, dove erano stati dimenticati da tutti. Con delicatezza ho preso in mano lo specchio: mentre lo osservavo si è letteralmente aperto in due! Cercando di rimettere insieme i pezzi, mi sono reso conto che era caduto un foglietto di carta sgualcita ed ingiallita, che certamente aveva trascorso gli ultimi 80 anni in quel inusuale nascondiglio, racchiuso tra la superficie dello specchio ed il retro d'argento. Incurante di quello che mi stava intorno, l'ho aperto con delicatezza, facendo attenzione che non mi si rompesse fra le mani. Il testo era scritto con l'inchiostro nero di una penna stilografica, con calligrafia in corsivo, che appariva davvero 'elegante'... chi aveva scritto quel foglio doveva averci messo il massimo dell'impegno. Solo leggendolo ho capito il perchè...
15 maggio 1913
Mia Teresa,
non so cosa cerco, non l'ho capito
non so
cosa posso darti, non l'ho ancora capito
non
riesco a conoscerti.
Gioia e
delusione si alternano,
come le
oscillazioni di un altalena,
che
finiscono per spegnersi
nella
perdita di ogni interesse.
La malinconia, stasera è così
ma sono certo di volerti bene
per come
posso
per come
sono,
uomo
complicato.
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