Ore 8,05 siamo già in spiaggia! E non in quella a 10 minuti
da casa, bensì in una più lontana, mai visitata, che richiede il trasferimento
in auto e parcheggio a pagamento in apposita area, semideserta al nostro
arrivo. Sistemiamo ombrellone, asciugamani, seggioline: tutto pronto. Trattasi
di spiaggia per ‘intenditori’: no lettini, no docce, no bar, no divertimenti, solo natura, quasi
incontaminata, in genere assai gradita ad una utenza adulta e matura. In questo piacevole angolo si sente benissimo
lo sciabordio del mare, mancherebbe solo un po’ di tepore, o meglio il sole
c’è, ma ancora palliduccio. Se qualcuno mi desse un golfino… io quasi quasi mi
ranicchierei: potrei farmi cullare dal suono delle onde e proseguire il sonno,
stamani interrotto anzitempo. Alle 9,00 i miei pensieri vengono disturbati da
un bambino di 9/10 anni, che già discute con i genitori. Bimbo, andare un po’
più in là noo?! Evidentemente anche i tuoi genitori hanno stabilito che questo
sia l’angolino più delizioso della spiaggia. Certamente lo era prima del vostro
arrivo! Pare che taccia; bene. Costumino rosso, pancia con 3 rotoli di ciccia,
che è peggio della mia, gioca coi sassolini bianchi. Qui ce ne sono milioni:
speriamo che il gioco lo diverta e lo impegni a lungo. Ho parlato troppo
presto: ora canta! Adoro le persone che intonano motivetti di tutti i tipi, lo
trovo un segnale di animo lieto, però… Il di lui babbo mi salva: ‘Metti le
ciabatte e si va a vedere laggiù?’ Ottima idea! Bravi, meglio non poltrire
sotto i raggi del sole, ora piacevolissimi; lasciate riposare le ‘panisse’ come
me. Sono stata nuovamente avventata nei
miei pensieri: dopo pochi minuti già ritornano. Il bambino dice con
entusiasmo ai genitori: ‘E’ la prima volta che ci sistemiamo sugli scogli!’ e
in men che non si dica emigrano nella nuova postazione. Bene, benissimo… questa
è davvero la volta buona e finalmente mi addormento.
... parto per il mio viaggio in treno. A tutti gli sconosciuti che condivideranno parole e riflessioni, auguro "buon viaggio!"
lunedì 26 agosto 2013
Parto per un viaggio 2?
Stamattina la temperatura è più calda dei giorni scorsi;
alzarsi dal letto è stata un’impresa quasi titanica. Facciamo colazione
svogliatamente, mentre il super sportivo
di casa già da un’ora sta cavalcando la sua bicicletta da corsa, per
aumentare le proprie - già numerose - conquiste in terra marchigiana.
Chiedo: ’E se oggi ci prendessimo un giorno di vacanza?’ ‘Ma non siamo già in vacanza?!’ replica la mia bella 18 enne. ‘Certo che si – rispondo io – ma è anche bello prendersi un giorno di libertà dalla nuova routine della spiaggia e dei bagni in mare’ replico, per cui dopo uno sguardo di intesa ci confermiamo contente: ‘OGGI SI STA A CASA’. Bene, benissimo, così mi potrò dedicare a quelle piccole cose sin’ora trascurate, oltre a nuove forme di relax. Breve pulizia del piccolo appartamento, lavaggio di un paio di indumenti, preparazione delle verdure e della frutta che serviranno per l’ora di pranzo, acquisto del pane e di alcuni generi di conforto, nel vicinissimo negozio, a soli 20 passi da casa e poi via al relax, in questa splendida giornata di sole.
Chiedo: ’E se oggi ci prendessimo un giorno di vacanza?’ ‘Ma non siamo già in vacanza?!’ replica la mia bella 18 enne. ‘Certo che si – rispondo io – ma è anche bello prendersi un giorno di libertà dalla nuova routine della spiaggia e dei bagni in mare’ replico, per cui dopo uno sguardo di intesa ci confermiamo contente: ‘OGGI SI STA A CASA’. Bene, benissimo, così mi potrò dedicare a quelle piccole cose sin’ora trascurate, oltre a nuove forme di relax. Breve pulizia del piccolo appartamento, lavaggio di un paio di indumenti, preparazione delle verdure e della frutta che serviranno per l’ora di pranzo, acquisto del pane e di alcuni generi di conforto, nel vicinissimo negozio, a soli 20 passi da casa e poi via al relax, in questa splendida giornata di sole.
Innanzitutto vado sul terrazzo ed apro il lettino, su cui
appoggio il morbido cuscino a righe bianche e verdi; poi tiro giù l’ampia tenda
bianca (bella proprio come quelle delle case sulle riviste), sino a lasciarla
in posizione ‘strategica’, ovvero in modo che una volta sdraiata la
testa rimanga all’ombra ed il corpo, minimamente coperto dal nuovo bikini
blù/viola, sia illuminato dal sole. Non sia mai che si rientri dalle vacanze al
mare pallidi e grigi: siamo mediterranei? W la pelle abbronzata! Se poi dorata,
ancora meglio.
Bene, direi che ci siamo: mi stendo per il mio relax. Accidenti: mi sono dimenticata la rivista ed il libro, compagni fondamentali da alternare nelle prossime 2 ore. E lo spruzzino? Vogliamo farne a meno? Forse gli altri ci riusciranno, io no! E’ un po’ come la mia coperta di Linus: se non è con me, io non mi sdraio al sole neanche 5 minuti, soprattutto quando siamo nella massima calura estiva, per cui mi rialzo, lo riempio d’acqua fresca e lo porto in terrazzo. A questo punto, essendo già tante le cose che vorrei tenermi vicine (libro, rivista, spruzzino), convengo che sia opportuno prendere anche il tavolino, su cui appoggiarle ordinatamente. Già che ci sono porto con me anche l’MP3, le parole crociate e la biro. A dire il vero sono abbastanza negata nel farle, quello che adoro di più sono i giochini che ho sempre chiamato ‘Annerite gli spazi’ e ‘Unite i puntini’, i cui veri nomi sono ‘Che cosa apparirà?’ e ‘La pista cifrata’. Li adoro: 1° mi ricordano quando ero bambina. Quando finalmente trovavo il coraggio, chiedevo alla nonna, abilissima nel Bartezzaghi & C., di poterli fare io e lei con un po’ di magnanimità mi concedeva l’onore di compiere quelle due missioni in vece sua. 2° non devi pensare a niente: puoi quasi ‘staccare’ il cervello, il massimo per i miei momenti di pace assoluta. Ok, parto con la settimana enigmistica: come dico io annerisco gli spazi, poi unisco i puntini, intanto mi spruzzo con l’acqua fresca. Ogni tanto sollevo lo sguardo: non si vede il mare, peraltro si trova qui vicino a 10 minuti di strada, ma si ammirano colline fitte di vegetazione, gruppi di alberi che si alternano a campi arati o pieni di girasoli, che ormai stanno abbassando il capo, lasciando il ‘fu’ giallo ad un tenue giallino, con punte di marrone intenso. Qua e là splendide ville bianche, circondate da regolarissime siepi, che ne delimitano i confini. Intanto continuo a spruzzarmi. Il cielo è azzurro, tranne alcune nuvole, in fondo a destra, color panna. Dappertutto svolazzano tante farfalle bianche; non ne ho mai viste così tante! Davvero belle, con il loro volo incerto, alcune si muovono solitarie, tante altre volano in gruppi di 4/5 e sembra quasi giochino a prendersi. Spruzza qua e spruzza là, la piccola riserva d’acqua a mia disposizione è quasi esaurita, per cui mi alzo per rifornirmi. Già che ci sono prendo anche la pinza per sollevare i capelli, diventati fastidiosissimi in questa calura estiva. Ah, ricordarsi la crema protezione 10, non particolarmente elevata, ma che giudico perfetta per la mia attuale sosta al sole, nonché la crema speciale per piedi morbidi e ben curati. Bene, mi ristendo e spalmo a piene mani dapprima la crema solare, comperata più per l’intenso e piacevole profumo, che per i reali obiettivi di protezione cutanea, successivamente quella per piedi da favola. Terminata l’operazione, mi sento morire dal caldo. Scapperei, anziché resistere a questo sole quasi allo zenith. Un po’ di aria che smuove la tenda, mi rinfresca le idee e mi dà il coraggio di resistere, intanto spruzzo, spruzzo, spruzzo.
Gli ulivi del giardino di sotto muovono i loro rami, così come l’oleandro dal lato opposto della strada. Via le parole crociate, passiamo al libro; piacevole, scorrevolissimo ma dopo tre capitoli di ‘Ragione e sentimento’- libro in cui domina la monotona vita di campagna dell’800 e le affannose ricerche per accasarsi- preferisco abbandonarmi a pettegolezzi e curiosità, decisamente più frizzantini ed attuali, per cui sfoglio la rivista estiva, che ho il coraggio di acquistare solo un paio di volte all’anno, per la precisione solo durante le ferie del mese di agosto, quando sotto l’ombrellone è quasi permessa qualunque lettura. E intanto spruzzo acqua e spruzzo ancora, per cercare di mitigare il solleone. Forse tirando un po’ più giù la bella tenda bianca… magari andrà meglio, così mi alzo, abbasso la tenda e mi risdraio. Nulla da fare, sempre un caldo torrido, per cui decido che sia il momento di bere un bel bicchiere d’acqua fresca. Cosa c’è di migliore? Bevo ed aggiungo la bottiglia e il bicchiere ai vari oggetti ormai stipati sul piccolo tavolino; in ordine: libro, rivista, parole crociate, biro, MP3, spruzzino, crema solare, crema piedi, bottiglia d’acqua e bicchiere. Mancano solo alcuni generi alimentari e poi sembra che io debba partire per un lungo viaggio, invece mi chiama mia figlia: ‘Mamma, mangiamo? Sono le 12,45 che ne dici?’ E le mie 2 ore di relax dove sono finite? Accidenti come vola il tempo quando ci si diverte!
Bene, direi che ci siamo: mi stendo per il mio relax. Accidenti: mi sono dimenticata la rivista ed il libro, compagni fondamentali da alternare nelle prossime 2 ore. E lo spruzzino? Vogliamo farne a meno? Forse gli altri ci riusciranno, io no! E’ un po’ come la mia coperta di Linus: se non è con me, io non mi sdraio al sole neanche 5 minuti, soprattutto quando siamo nella massima calura estiva, per cui mi rialzo, lo riempio d’acqua fresca e lo porto in terrazzo. A questo punto, essendo già tante le cose che vorrei tenermi vicine (libro, rivista, spruzzino), convengo che sia opportuno prendere anche il tavolino, su cui appoggiarle ordinatamente. Già che ci sono porto con me anche l’MP3, le parole crociate e la biro. A dire il vero sono abbastanza negata nel farle, quello che adoro di più sono i giochini che ho sempre chiamato ‘Annerite gli spazi’ e ‘Unite i puntini’, i cui veri nomi sono ‘Che cosa apparirà?’ e ‘La pista cifrata’. Li adoro: 1° mi ricordano quando ero bambina. Quando finalmente trovavo il coraggio, chiedevo alla nonna, abilissima nel Bartezzaghi & C., di poterli fare io e lei con un po’ di magnanimità mi concedeva l’onore di compiere quelle due missioni in vece sua. 2° non devi pensare a niente: puoi quasi ‘staccare’ il cervello, il massimo per i miei momenti di pace assoluta. Ok, parto con la settimana enigmistica: come dico io annerisco gli spazi, poi unisco i puntini, intanto mi spruzzo con l’acqua fresca. Ogni tanto sollevo lo sguardo: non si vede il mare, peraltro si trova qui vicino a 10 minuti di strada, ma si ammirano colline fitte di vegetazione, gruppi di alberi che si alternano a campi arati o pieni di girasoli, che ormai stanno abbassando il capo, lasciando il ‘fu’ giallo ad un tenue giallino, con punte di marrone intenso. Qua e là splendide ville bianche, circondate da regolarissime siepi, che ne delimitano i confini. Intanto continuo a spruzzarmi. Il cielo è azzurro, tranne alcune nuvole, in fondo a destra, color panna. Dappertutto svolazzano tante farfalle bianche; non ne ho mai viste così tante! Davvero belle, con il loro volo incerto, alcune si muovono solitarie, tante altre volano in gruppi di 4/5 e sembra quasi giochino a prendersi. Spruzza qua e spruzza là, la piccola riserva d’acqua a mia disposizione è quasi esaurita, per cui mi alzo per rifornirmi. Già che ci sono prendo anche la pinza per sollevare i capelli, diventati fastidiosissimi in questa calura estiva. Ah, ricordarsi la crema protezione 10, non particolarmente elevata, ma che giudico perfetta per la mia attuale sosta al sole, nonché la crema speciale per piedi morbidi e ben curati. Bene, mi ristendo e spalmo a piene mani dapprima la crema solare, comperata più per l’intenso e piacevole profumo, che per i reali obiettivi di protezione cutanea, successivamente quella per piedi da favola. Terminata l’operazione, mi sento morire dal caldo. Scapperei, anziché resistere a questo sole quasi allo zenith. Un po’ di aria che smuove la tenda, mi rinfresca le idee e mi dà il coraggio di resistere, intanto spruzzo, spruzzo, spruzzo.
Gli ulivi del giardino di sotto muovono i loro rami, così come l’oleandro dal lato opposto della strada. Via le parole crociate, passiamo al libro; piacevole, scorrevolissimo ma dopo tre capitoli di ‘Ragione e sentimento’- libro in cui domina la monotona vita di campagna dell’800 e le affannose ricerche per accasarsi- preferisco abbandonarmi a pettegolezzi e curiosità, decisamente più frizzantini ed attuali, per cui sfoglio la rivista estiva, che ho il coraggio di acquistare solo un paio di volte all’anno, per la precisione solo durante le ferie del mese di agosto, quando sotto l’ombrellone è quasi permessa qualunque lettura. E intanto spruzzo acqua e spruzzo ancora, per cercare di mitigare il solleone. Forse tirando un po’ più giù la bella tenda bianca… magari andrà meglio, così mi alzo, abbasso la tenda e mi risdraio. Nulla da fare, sempre un caldo torrido, per cui decido che sia il momento di bere un bel bicchiere d’acqua fresca. Cosa c’è di migliore? Bevo ed aggiungo la bottiglia e il bicchiere ai vari oggetti ormai stipati sul piccolo tavolino; in ordine: libro, rivista, parole crociate, biro, MP3, spruzzino, crema solare, crema piedi, bottiglia d’acqua e bicchiere. Mancano solo alcuni generi alimentari e poi sembra che io debba partire per un lungo viaggio, invece mi chiama mia figlia: ‘Mamma, mangiamo? Sono le 12,45 che ne dici?’ E le mie 2 ore di relax dove sono finite? Accidenti come vola il tempo quando ci si diverte!
domenica 11 agosto 2013
UOMINI
1
Statura media, fisico mingherlino,
nonostante avesse superato i 50 Giovanni poteva ancora ostentare una capigliatura
folta e nerissima, che era l’invidia di tanti suoi amici, che invece già da
anni dovevano combattere contro la calvizie.
Amava le donne! Non tutte ed
indistintamente, ma tutte quelle il cui aspetto avesse qualche bel particolare,
che catturasse la sua attenzione e stimolasse la sua fantasia. Purtroppo i ‘bei particolari’ in circolazione
erano davvero tantissimi, per cui alla fin fine, se non proprio tutte, ne amava
davvero parecchie. Più di una volta si era chiesto quale fosse il numero
perfetto: 3? 5? 7? Non lo sapeva, ma era assolutamente convinto che dovesse
essere un numero dispari, ovviamente con esclusione del primo. Negli ultimi
tempi si intratteneva con 4 donne contemporaneamente (ognuna all’oscuro
dell’esistenza delle altre) e pertanto,
visto che il numero dispari era da preferirsi, era alla affannosa ricerca della 5^.
Il suo sguardo cadde su Isabella, che a
dispetto del nome, di bello aveva davvero poco, ad eccezione di splendide mani. Dita affusolate, pelle candida
e perfettamente liscia, unghie lunghe e sempre ben curate, davvero uno spettacolo da guardare e
riguardare; immaginava persino che quelle mani potessero avere doti
terapeutiche: esserne accarezzato doveva per forza donare almeno il buon umore,
se non addirittura un diffuso stato di benessere.
Elena era dolce ed aggraziata, ma ciò
che lo aveva attratto non era tanto il suo bel viso regolare, con un nasino
alla francese, quanto quel neo impertinente, che si trovava vicinissimo al
labbro superiore. Era un particolare che ‘stuzzicava’ e certamente aumentava il
desiderio di baciare quella bocca, carnosa e sensuale.
Con Francesca era stato innamoramento a prima vista! Minuta e florida, aveva un
decolletè che non passava inosservato, una
splendida 4^ a tutto tondo!
Mara aveva qualche anno più di lui, alta
e magrissima con incantevoli occhi
azzurri, di un colore molto intenso, che
adesso spiccava ancora di più fra i capelli grigi, donandole un aspetto
distinto e affascinante.
Daniela era il suo amore da sempre. La
loro relazione durava da oltre 15 anni e non si ricordava più nemmeno lui quale
fosse stato il particolare che lo avesse ammaliato, tanti ne aveva. Riccioli
biondi, con cui lui amava giocare, due guance paffute, che veniva voglia di
morsicare, come se fossero un bella mela,
lunghe gambe che non stavano mai ferme, vista la passione di lei per
ogni tipo di sport.
Aveva modi talmente signorili ed era
così ricco di interessi, da non avere
alcuna difficoltà ad affascinarle. Sembrerà strano: a tutte diceva di essere
sposato, ma in realtà era ‘single’! Grazie a questo piccolo stratagemma, viveva da solo in un bell’appartamento in
centro città, dove mai ospitava le sue donne, preferendo frequentare le loro
rispettive abitazioni. La fanciulla di turno, credendo nell’esistenza di una
moglie, si accontentava di quell’amore a spizzichi e bocconi; d’altra parte lui
non era animato da cattive intenzioni: tutt’altro! Era così entusiasta di dare
il massimo di se stesso, che riusciva davvero a fare sentire ognuna come la più
bella del reame, amandola e prodigandosi oltre ogni ragionevole aspettativa. Le donne erano la sua passione e la sua ossessione
e con gran dispendio di energie riusciva a renderle felici. Tutte.
2
Alto,
fisico imponente, folta barba che contrastava con i pochi capelli grigi.
Amava le donne! Marco era profondamente
fedele: le sue attenzioni dovevano essere esclusivamente dedicate alla sola
donna oggetto del suo amore. Ne era orgoglioso: non aveva
mai tradito nessuna! Altrettando non si sarebbe potuto dire nei suoi confronti.
Nonostante fosse convinto di saper
entrare nella testa delle donne (e non solo nel loro corpo) evidentemente ci
restava per poco, perché immancabilmente veniva lasciato dall’innamorata di
turno, sempre dopo una storia più o meno lunga, ma passionale e coinvolgente,
che regalava ad entrambi forti emozioni. Sembrava una storia già scritta che si
ripeteva, sempre diversa nella protagonista
femminile, ma sempre uguale per il
protagonista maschile e per il ‘non lieto’ fine. Tuttavia ogni volta pensava
con gioia: ‘FINALMENTE È LA DONNA DELLA
MIA VITA!’ e con altrettanta gioia la presentava a tutto il resto della
famiglia, composta da due fratelli e una sorella, oltre a vari cognati e nipoti.
Nell’arco degli ultimi 20 anni, sua
sorella aveva conosciuto almeno 5
potenziali cognate, con ognuna delle quali aveva instaurato e mantenuto ottimi
rapporti, anche al termine di ogni storia. Questo fatto l’aveva recentemente
spinta a chiedere al fratello di desistere nel continuare a trovare la ‘donna
della sua vita’ poiché la sua agenda, già ricca di impegni familiari e di
lavoro, ormai era anche fittissima di appuntamenti con le ex del fratello…
D’altra parte avendo Marco solo 42 anni, le sue aspettative di ricerca potevano
avere ancora un ampio raggio d’azione.
3
‘Da sempre
ti ho aspettato.... Sei l’amore della mia vita!’
A quale
donna non piacerebbe sentirsi dire così? E come molte, questa era la frase che Luisa avrebbe voluto sentirsi dire da un uomo, dal suo uomo… purtroppo un uomo
nella sua vita non c’era e soprattutto non c’era mai stato! Situazione
terribile, non solo per l’indubbia solitudine e la mancanza di affetto, ma soprattutto perché gli anni passavano e gli
uomini non si accorgevano di lei. Tant’è non si voleva rassegnare; più la sua
pelle sfioriva e più sentiva crescere forte il desiderio di trovare il suo principe azzurro,
o almeno un porto sicuro in cui intravvedere la quiete dopo la tempesta. E che
tempesta! Aveva da poco festeggiato i suoi primi 40 anni da single e l’idea di
affrontare anche i successivi 40 in solitudine, non era proprio una prospettiva
allettante. Non era certo una bellezza rara, ma sicuramente non era da buttare
via, potendo contare su un insieme piacevole. Cosa c’era
in lei che non funzionava? Questa domanda la stava ormai perseguitando da anni.
4
Sì, con le donne aveva decisamente
successo, ma con il trascorrere del tempo, sempre più spesso Giovanni si domandava
se quella vita piena di relazioni, da un certo punto di vista clandestine, avesse
un senso… e se avesse
sbagliato tutto? Se la vera felicità fosse stata amare una sola donna, anziché
continuare a farsi ammaliare da tante? Non era capace a darsi una risposta, ma
in cuor suo sperava di poter prima o poi incontrare la donna giusta.
Per quanto ogni volta
la relazione con la ‘donna della sua vita’, partisse sempre alla grande, grazie
anche al suo slancio, Marco prima o poi si ritrovava sempre da solo. Perché? Dove sbagliava?
5
Luisa da tempo aveva deciso di meritarsi
una giornata di vacanza al mare, così finalmente arrivò il giorno tanto atteso; prese la sua Fiat 500 come
ogni giorno, ma anziché raggiungere il posto di lavoro, imboccò l’autostrada
verso la Liguria. A parte qualche camion, il traffico era scorrevole e
trattandosi di un giorno infrasettimanale, la coda al casello era minima. Il
cielo aveva qualche nuvola, da cui il sole faceva capolino, ma il suo cuore era
raggiante: una giornata che si era conquistata con tutte le sue forze! Parcheggiare
non fu facile, ma tutti i suoi sforzi furono improvvisamente premiati: EVVAI
eccoti finalmente, posteggio della malora! Pochi minuti dopo il suo asciugamano arancione
spiccava sulla scogliera, da cui si godeva uno scorcio incantevole: mare verde
scuro, il cielo nel frattempo diventato terso, grazie al vento che aveva
allontanato le poche nuvole del mattino, alcuni gabbiani che volavano sopra di
lei. Inforcò gli occhiali, di cui purtroppo non poteva più fare a meno, e dopo
essersi sistemata iniziò a leggere il libro che le stava facendo compagnia da
alcune sere. Lo schiamazzo di alcuni
bambini catturò la sua attenzione: ridevano e giocavano nell’acqua, che da lì sopra sembrava persino pulita.
Decise che era arrivato il momento di concedersi un bel bagno.
6
Giovani e Marco non si conoscevano. Entrambi
collezionavano nuovi amori, sebbene con modalità
diverse, uno sempre alla ricerca di
nuovi stimoli, l’altro della donna ideale. Avrebbero potuto incontrarsi,
diventare amici, confidarsi i propri mondi: se avessero potuto osservare la propria vita con gli occhi dell’altro,
probabilmente sarebbero riusciti a cogliere meglio quello che non funzionava. E
sì perché sebbene perseguitassero nei loro intenti, nessuno dei due si sentiva
completamente appagato: c’era sempre una insoddisfazione di base, per cui la
felicità durava solo un attimo fugace.
Si sa la vita è fatta così: strade che
corrono parallele, strade che si allontanano, strade che si incrociano. Le loro
si sarebbero mai incontrate? Finchè arrivò quel caldo giorno di
giugno.
Giovanni aveva un intervallo per il pranzo
di ben 3 ore, così stabilì che poteva essere finalmente giunto il momento di
riprendere la tanto agognata stagione della ‘pausa balneare’. Non era certo
come quando da ragazzo trascorreva 3 mesi con gli amici in spiaggia, ma sicuramente vivere
in una città di mare aveva i suoi vantaggi.
Marco quel giorno litigò col capo. Una
lite davvero accesa, per cui anticipò di gran lunga l’uscita dall’ufficio.
Aveva una rabbia addosso, che doveva assolutamente scaricare. Passò da casa a
prendere ciò che gli serviva e dopo poco era alla scogliera. ‘Cerco l’estate tutto l’anno e
all’improvviso, eccola qua!’ erano le parole che risuonavano sempre nella sua
testa, ogni volta che faceva il primo bagno della stagione. Mai canzone fu più
azzeccata di quella! D’altra parte nuotare era una delle cose che più amava
fare, anche perché quando era nell’acqua, dolce o salata che fosse, il suo fisico imponente non dava più
nell’occhio e lui si sentiva libero di muoversi. E di rilassarsi.
Fu questione di un attimo. Luisa rimase
colpita da quel fisico imponente, che con grande eleganza si tuffò e sparì fra
le onde. Tranquilli: non ci lasciò la pelle! Marco ci lasciò solo le tensioni
accumulate… e quando dopo una lunga nuotata raggiunse la spiaggia, il suo viso
aveva tutta un’altra espressione. Sembrava sin bello, tanto era diventato
rilassato. Fu proprio sul bagnasciuga che Luisa e Marco si incontrarono e con
una scusa puerile (scusi, sa l’ora?) iniziarono a parlare. Fitta conversazione,
visto che dopo un’ora erano ancora li. ‘Niente male’, pensò lui. ‘Tipo interessante’, pensò lei.
Dopo un caffè al bar, macchiato con tanta schiuma, si scambiarono i numeri di
telefono, dopodiché Marco la salutò.
Rimasta sola ma soddisfatta di
quell’incontro, Luisa si trattenne ancora un po’ comodamente seduta al tavolino
del bar, quando sopraggiunse Giovanni. Lei aveva uno sguardo dolcissimo e fu
questo bel particolare che catturò l’attenzione del nostro ‘Don’ Giovanni, che dopo
aver apprezzato l’insieme piacevole, subito si diede da fare per attaccare
discorso. Luisa, dapprima diffidente,
rimase così frastornata dal quel fiume di parole in piena, che solo più tardi
si rese conto di aver lasciato il suo numero di telefono anche a questo secondo
bell’esemplare dell’altro sesso, così come aveva fatto poche ore prima con Marco.
Dopo questa piacevole giornata alla
spiaggia, sulla via del ritorno verso
casa, il suo cellulare fece BIP BIP varie volte: WOW! Marco e Giovanni non perdevano
tempo!
7
Come è curiosa la
vita: sei lì da anni in attesa del tuo principe azzurro e poi, quando meno te
lo aspetti, solo perché hai deciso di prenderti un giorno di vacanza inusuale, ti
ritrovi addirittura con ‘due bei ranocchi’… che probabilmente, se troverai il
coraggio di baciare, si trasformeranno nel principe, tanto agognato! E si: dopo
un mese da quel caldo giorno di giugno, Luisa aveva ben due spasimanti (ovviamente
ognuno con i suoi pro e con i suoi contro) ma lei, lusingata e frastornata da tante attenzioni,
mai ricevute nel resto della sua vita, non sapeva decidersi se lanciarsi nelle
braccia dell’uno o nelle braccia dell’altro. Man mano che si approfondivano le
conoscenze si sentiva sempre più attratta da entrambi e la scelta per lei,
insicura da sempre, diventava ancora più impegnativa. Marco o Giovanni?
Giovanni o Marco?
Marco era partito con
il solito slancio e già aveva confidato
a sua sorella: ‘Forse ci siamo! Mi sento che Luisa è la donna della mia vita!
E’ bella, intelligente, sportiva… è lei che stavo cercando!’ Sua sorella,
avezza a tanto entusiasmo, non ne era così convinta, tuttavia in cuor suo
sperava che Marco avesse ragione, almeno avrebbe posto finalmente termine a
questa ‘caccia al tesoro’.
Giovanni ormai aveva un solo chiodo
fisso: Luisa, Luisa, Luisa. Fra se e se si diceva: ‘Dove sei stata per tutta la
vita? Per fortuna il destino ci ha fatto incontrare. Per te potrei dare una
svolta alla mia esistenza e rinunciare a Isabella, Elena, Francesca, Mara e
Daniela… E poi sei bella, intelligente,
tranquilla come me…’
Dopo qualche tenera effusione sia con
Marco che con Giovanni, tanto per non portarsi dietro il dubbio di aver fatto
la scelta sbagliata, Luisa aveva proseguito l’estate frequentando sia uno che
l’altro, con assidui week end nella località balneare. E più passavano i giorni, più si sentiva
inebriata, felice ed incapace di
scegliere. D’altra parte aveva fatto la ‘formica single’ tutta la vita: adesso
era arrivato il suo momento da ‘cicala’!
L’estate ormai volgeva al termine, il
numero di ombrelloni sulle spiagge calava, le giornate, più fresche e terse, si
stavano sensibilmente accorciando. Finchè arrivò quella domenica di
settembre, in cui Luisa si sentì dire (
sia da Marco che da Giovanni!) ‘Da
sempre ti ho aspettato.... Sei l’amore della mia vita!’ Furono momenti
meravigliosi!Era conscia di essere intelligente,
in gamba sul lavoro, sensibile e di sani
principi ma solo durante l’estate, grazie a Giovanni e Marco, aveva capito di avere
altre qualità, che piano piano erano emerse, allontanando la sua innata insicurezza.
Questa duplice ed inaspettata dichiarazione, le diede il coraggio di dare una svolta alla
sua vita. Il brutto anatroccolo solitario, ormai era un ricordo. Con una decisione repentina ed irremovibile, li lasciò entrambi! Luisa ora era: divertente, vitale,
addirittura sexy (!) e con questa nuova consapevolezza salutò l’estate, la
Liguria, i due principi ed andò alla conquista del mondo.
Come già detto la vita è un insieme di strade, che corrono parallele o si incrociano…
forse solo adesso le loro si sarebbero veramente incontrate? Quella stessa domenica di settembre,
Marco e Giovanni si trovavano nella via
principale della loro cittadina ligure, all’altezza del Bar Rossetti: erano
circa le 21,00 quando entrambi decisero di prendere un caffè, ognuno perso nei
propri tristi pensieri, ancora inebetiti per la fine repentina di quell’amore,
in cui ognuno aveva tanto sperato, all’insaputo dell’altro. Si avviarono verso la cassa, erano a
pochi passi di distanza, si scambiarono
un cortese sorriso mentre ambedue ordinavano un caffè macchiato, con ‘tanta
schiuma’… c’eravamo quasi, ma improvvisamente l’attenzione di uno dei due venne catturata da
un bimbo di circa 2 anni, a cui era caduto il ciuccio. Così il loro incontro si
limitò esclusivamente a quel casuale sorriso, dietro ad un caffè macchiato con
tanta schiuma, nulla di più. Non diventarono mai amici, non si confidarono mai
nulla, non seppero mai di aver condiviso le attenzioni di Luisa; continuarono tutti
e due nelle loro ossessioni d’amore... e continuarono ad amare le donne!
domenica 4 agosto 2013
La prima cosa bella
Quando ero
bambina in casa si ascoltava Nicola di Bari che cantava: 'La prima cosa
bella', canzone dolcissima degli anni '70, che mi piaceva allora e che
mi piace ancora di più adesso, sebbene siano trascorsi 40 anni. Certamente sono tante le cose belle, difficile ricordarle tutte. Quasi impossibile dire quale sia stata la 'prima' se ci si riferisce all'arco temporale della propria vita, mentre in valore assoluto è tutto più semplice: la prima, intesa come la più importante, per me è la famiglia, senza distinzioni tra quella d'origine e quella che si crea quando si diventa abbastanza grandi e maturi, per crearne una nuova.
Oggi mentre la riascoltavo guardando il filmato su youtube (accidenti a queste diavolerie moderne!) mi è venuta una gran malinconia... il filmato mostra parecchie scene di una mamma con i suoi 2 bambini, maschio e femmina, e così pensare ai miei, quando erano piccoli, è stata solo questione di un battere di ciglia. Erano i miei 'topini', piccoli e dolcissimi, pieni di attenzioni ed affetto per la loro mamma (proprio come ora eh? mannaggia...). Quando il topino aveva circa 3 anni mi sentiva parlare spesso di un certo acquisto assai costoso ed irraggiungibile, così un giorno mi disse: 'MAMMA... SE VUOI LO CHIEDO IO A BABBO NATALE!!' E quando la topina, anni dopo, aveva su per giù 4 anni, convinta di una reincarnazione futura, mi disse: 'MAMMA, NELLA PROSSIMA VITA, POTRESTI FARE DI NUOVO LA MIA MAMMA?'
Bellissime cose belle.
Oggi mentre la riascoltavo guardando il filmato su youtube (accidenti a queste diavolerie moderne!) mi è venuta una gran malinconia... il filmato mostra parecchie scene di una mamma con i suoi 2 bambini, maschio e femmina, e così pensare ai miei, quando erano piccoli, è stata solo questione di un battere di ciglia. Erano i miei 'topini', piccoli e dolcissimi, pieni di attenzioni ed affetto per la loro mamma (proprio come ora eh? mannaggia...). Quando il topino aveva circa 3 anni mi sentiva parlare spesso di un certo acquisto assai costoso ed irraggiungibile, così un giorno mi disse: 'MAMMA... SE VUOI LO CHIEDO IO A BABBO NATALE!!' E quando la topina, anni dopo, aveva su per giù 4 anni, convinta di una reincarnazione futura, mi disse: 'MAMMA, NELLA PROSSIMA VITA, POTRESTI FARE DI NUOVO LA MIA MAMMA?'
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