lunedì 11 marzo 2013

LA MIA ANNA ED IO

La mia Anna ed io ci amiamo da sempre. Ci siamo conosciuti in gioventù: era il 1940; poi le vicissitudini della guerra (e non solo quelle) ci hanno tenuti lontani per tanti, tanti anni. Avevo saputo che viveva in un'altra città, ero convinto di averla persa per sempre ed invece... è riapparsa nella mia vita. Non si era sposata e non aveva un nuovo affetto: un raggio di sole, dopo la tempesta. E quel raggio di sole non mi ha più lasciato.

Ci siamo sposati in età matura. Avendo fatto il grande passo quando eravamo negli "anta" è stato ovvio per entrambi che la nostra famiglia sarebbe stata, solo e per sempre, composta da noi due. Mettere al mondo dei figli sarebbe stato impensabile per le convenzioni di allora (e dire che adesso le donne fanno figli anche dopo i 50!); ma non ce ne siamo fatti un cruccio.  Eravamo così felici di questa seconda opportunità che la vita ci aveva regalato, da riuscire a vivere serenamente. La mia Anna ed io.
Come tutte le coppie abbiamo avuto i nostri alti e bassi, talvolta periodi davvero difficili, ma siamo sempre riusciti a superarli insieme. Tanto energica, fiera, battagliera lei, quanto mite e tranquillo io. Sarà questo il segreto del nostro amore? 

Con il trascorre degli anni i nostri corpi hanno subito il naturale declino, che la vita riserva ai fortunati che raggiungono la vecchiaia. Cominci con qualche chilo e ruga in più, che li per lì non ti turbano più di tanto, finchè ti ritrovi in una taglia che non pensavi nemmeno esistesse, così come non ti riconosci nel viso estraneo che ti propone l'immagine allo specchio. A ottant'anni hai la schiena che ogni giorno è un po' più curva del precedente, sei pieno di "acciacchi", i riflessi rallentano e tutto intorno a te diventa più complicato. Ma ci siamo sempre, la mia Anna ed io. Insieme.

Adesso lei ha tutti i capelli bianchi, indossa solo taglie conformate, talvolta ha la testa in confusione, ma mentre la osservo i miei occhi la vedono sempre bionda, snella e fiera, così come era un tempo, con quel vitino da vespa, oggetto di invidia da parte delle altre donne, motivo di orgoglio per me, che le camminavo al fianco e sentivo l'ammirazione degli altri uomini.
Io ormai sono immune dall'incedere del tempo. Sono già tanti anni che l'ho lasciata... in attesa che quel vitino da vespa sia nuovamente al mio fianco.
 



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