martedì 17 marzo 2020

Mamma


Sono le 8 di domenica, mi sveglia una voce: "Ho comperato la focaccia! Se vi sbrigate é ancora tiepida." E' il marito mattiniero che, in questo infausto periodo di coronavirus, è anche procacciatore di viveri.
Probabilmente è il pensiero della focaccia che mi spinge ad alzarmi e con discreta ed insolita energia vado nell'open space. Preparo la moka, scaldo un pò di latte, apparecchio con tutto ciò che serve per la colazione.
Mamma non c'è più.

"Non ho esagerato con la focaccia, se no ingrassiamo." aggiunge mentre addenta il suo pezzo, unto e profumato. Saggia decisione, penso, senza proferire parola. Davanti alla focaccia non riesco a fermarmi e mangio, mangio, mangio, finché non ce n'é più, noncurante delle quantità e dei chili di troppo.
Nostra figlia continua a dormire, quando si sveglierà la focaccia non sarà più calda, ma certamente le sarà gradita. 
Mamma non c'è più.

Sparecchio, prendo il libro delle ricette e lo sfoglio. 
Voglio fare l'erbazzone, che lei cucinava spesso.
Non l'ho mai preparato, già immagino che non verrà come il suo, ma sono contenta di prendere spinaci, aglio e quanto serve.
Lascio riposare la pasta sfoglia e spalanco la finestra, per far entrare l'aria fresca. Fuori c'è il sole, il cielo è terso ed un leggero vento di tramontana soffia sul mare, che sembra quasi immobile, così come la città. Mamma non c'è più.

Ritorno in cucina, completo l'erbazzone e inforno la teglia.
Dalla finestra aperta arriva il cinguettio degli uccellini, si sente che la primavera è vicina e non è uno sdolcinato racconto, ma davvero la realtà. Una reale ed insolita primavera, che avanza in questa città deserta, percorsa da qualche cane che porta a spasso il suo fortunato padrone, oltre a pochi scooter e autobus, poi più nulla. Solo il silenzio, che non conosco. 
Mamma non c'è più.

L'erbazzone è pronto, spengo il forno e faccio partire la lavatrice.
Dalla finestra sempre aperta sento vociare. I vicini del piano terra sono scesi sul terrazzo condominiale con la corda da saltare ed il bambino. Ridono. Solitamente li detesto, ma in questo clima surreale mi scopro a guardarli con simpatia. Sono come me, cercano una normalità che è difficile trovare fra le quattro mura di casa. 
Mamma non c'è più.

Sono trascorsi solo pochi giorni, ma già mi sembrano anni.
Non piango, non ci riesco. E' un pensiero che ritorna con frequenza, un pensiero solido, maturo, ma sempre silenzioso e mi spaventa. Mi viene il timore di non amarla più. Stendo la biancheria, alterno camicie e calzini, come se fosse la cosa più ovvia da fare in questa domenica di sole, silenzio e primavera.
Come faccio a svolgere ogni mansione quotidiana come se nulla fosse?
Mamma non c'è più.

Pranziamo.
L'erbazzone non è male, lo dice anche mia figlia mentre mi chiede se io abbia seguito la ricetta della nonna. Forse ci piace proprio perchè pensiamo a lei, che è andata via un po' troppo presto, senza darci la possibilità di dire tante cose, che certamente sapeva e sentiva, ma che raramente noi abbiamo avuto il coraggio di pronunciare.
Riassetto la cucina e pulisco i fornelli. Sono tranquilla e silenziosa. Troppo tranquilla e troppo silenziosa. Perchè non urlo, non piango, non mi dispero?
Eppure Mamma non c'è più.

Trilla Whatsapp, guardo lo smartphone: sono le sorelle, che raccontano, chiedono, propongono. Siamo in tre, il numero perfetto. In realtà la perfezione non è di casa, per lo meno non lo è nella nostra, visto che spesso si discute e talvolta ci si "allitiga", come diceva la più piccina di noi. Ognuna ha la propria testa, desideri ed aspettative, che spesso non sono gli stessi delle altre due, però poi ci si vuole bene. C'è una colla invisibile, che ci tiene unite anche se non ci sentiamo o non ci vediamo per giorni.
Anche se Mamma non c'è più.

O forse...la tua presenza è nella focaccia, nei chili di troppo, nell'erbazzone, nell'aria fresca che entra dalla finestra, nell'insolita primavera, che avanza in questa città deserta, nella normalità fra le quattro mura di casa, nell'alternanza di camicie e calzini, nella vita che scorre, anche se non urlo, non piango, non mi dispero, nella colla invisibile, che ci tiene unite anche se non ci sentiamo o non ci vediamo per giorni.  
Mamma sei sempre qui con me, con noi...
Anche se non ci sei, ci sei. 

4 commenti:

  1. Ciao Paola forse è come dici tu.. ...lei è dove tu vuoi che sia o
    è quello che tu vuoi che sia
    scusa il gioco di parole..un bacione

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  2. È proprio tra le tue righe e le parole dette e non dette che si percepisce la sua presenza: la tua mamma ci sarà sempre e ti accompagnerà in ogni tuo gesto, silenzio, risata... è in te.

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  3. È così. Grazie per la tua anima bella, Paola.

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  4. Brava Paola. Il vuoto ed il silenzio di questo periodo verrà riempito dai tuoi pensieri per Sandra. Portala con te sempre

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