martedì 27 gennaio 2015

Paola e Camilla: quante risate!

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5 aprile 2014

In prima media mi ritrovai in una classe in cui non conoscevo nessuno: per me, timidissima, una esperienza di vero disagio. L'unico posto libero fu nel primo banco, vicino ad una ragazzina minuta e mora, che nei giorni seguenti mi mise al corrente di tutte le sue difficoltà familiari, davvero tante e gravi. Era tenera e con lei si instaurò un rapporto di reciproco rispetto e partecipazione, sebbene i suoi racconti rappresentassero un mondo sconosciuto e spaventoso, che per me, proveniente dalle elementari Maria Mazzini di Castelletto, era impensabile credere che esistesse. Il mio disagio continuava ad aumentare, per cui più trascorrevano i giorni e più stavo zitta e solitaria, tanto da passare per poco simpatica ed aver stabilito che la scuola media non facesse per me. Per fortuna dopo qualche tempo entrai in contatto anche con un'altra ragazzina, che occupava il banco dietro al mio. Camilla: bionda, faccetta vispa, molto femminile ed allegra, che rappresentava una ventata di spensieratezza, ancora più gradita dopo quell'inizio così difficile di scuola media. Piano piano entrammo in sintonia, tanto che dopo qualche tempo riuscimmo a farci mettere in banco insieme. Si è vero, era sempre il primo banco davanti alla cattedra, posizione possibilmente evitata da tutti, ma con lei le ore a scuola trascorrevano così liete e divertenti, che quasi ci dimenticavamo di essere davanti alle prof., che spesso ci rimproveravano per le nostre piccole insubordinazioni. Ricordo ancora bene un gioco bellissimo che eravamo solite fare: durante le spiegazioni (soprattutto della professoressa di italiano) ci 'disegnavamo' a turno sulla schiena. Mi spiego: una si appoggiava comodamente al banco, dando l'impressione di seguire con interesse la lezione, mentre l'altra, con una certa disinvoltura, disegnava con la punta delle dita lettere e numeri, che la proprietaria della schiena doveva indovinare. Poi si invertiva. Ad un certo punto eravamo diventata così brave che ci improvvisavamo disegnatrici di paesaggi, case, animali  ecc. convinte che la compagna avrebbe indovinato. Quando, spesso, ci confessavamo di non aver capito davvero niente nella crezione della pittrice di turno, ridevamo così tanto (sempre di nascosto) che a volte dovevamo chiedere urgentemente di correre in bagno, per non farcela addosso. 
Con la mia compagna di banco siamo state insieme tutti i 3 anni delle medie. Al liceo purtroppo abbiamo fatto scelte diverse, ma siamo riuscite a coltivare  la nostra amicizia, sebbene più volte sia successo di non esserci sentite per anni. Ricordo bene una sera di 25 anni fa in cui ci vedemmo sole lei ed io (senza i reciproci fidanzati) perchè già sapevamo di doverci raccontare i 3 anni precedenti, ricchi di avvenimenti importanti, per cui i rispettivi compagni sarebbero stati veramente di troppo. Il 'riassunto' di quei circa 36 mesi inziò alle 21,00 e terminò all'1 di notte... e quante risate!!! Ci vogliamo sempre bene ed anche adesso, quando ci vediamo o ci incontriamo casualmente, sembra di esserci lasciate solo il giorno prima, tanto è la confidenza che ci lega.  Eppure è trascorso tanto tempo: tra pochi mesi compiremo 50 anni!!

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