giovedì 4 luglio 2013

Divagazioni e serenità

Sono le 21,00 di una sera di mezza estate. Ho ancora tante cose da fare: preparare gli arancini di riso per domani, far partire la lavapiatti, mettere via la biancheria, fare un po' di ordine nel cassetto del comò... tutte attività che mi aspettano a braccia aperte, dopo una normale giornata di lavoro in ufficio, ma stasera ne ho decisamente meno voglia del solito. 
E' finalmente arrivata l'estate! Non posso investire del tempo in attività di routine... questa volta mi faccio coraggio, mi limito all'essenziale (leggasi: far partire la lavapiatti) e dedico qualche minuto a bearmi del panorama. 
La finestra è aperta sulla città: il tepore mi avvolge e pervade la casa.
Il mare calmo sembra un lago, dove i traghetti per la Sardegna si allontanano verso l'orizzonte, promessa di spiagge dorate e meritate vacanze. Quando i bambini erano piccoli, in simili circostanze, talvolta facevamo così: mentre il traghetto si allontanava, illuminato a festa, col fumo che usciva dalle ciminiere e la sirena che emmetteva il fischio che accompagna l'uscita dal porto, noi stavamo alla finestra a salutare i passeggeri sul ponte, dicendo: 'Buone  vacanze! Divertitevi, godetevi il mare della Sardegna!' ...ovviamente non ci sentiva nessuno (per fortuna!), anche perchè siamo davvero lontani dal porto, ma questo rito di buon augurio metteva a tutti il buon umore. E pensavamo: prima o poi su quella nave ci saremo anche noi!
Le rondini volano nel cielo, con il loro tipico verso... 'Cosa fanno' chiedo a mio marito, barriscono??' 'Brava!' mi risponde lui dal divano ridendo '...non sono mica elefanti! Garriscono!!' ... si è vero, guarda alle volte come basta cambiare una consonante per fare la figura dell'ignorante... comunque sia, che si tratti di elefanti che barriscono o di rondini che garriscono, questo incanto mi riporta indietro nel tempo... siamo d'estate in villeggiatura, nella casa dei nonni: la cena si è conclusa già da tempo e ci ritroviamo tutti sul terrazzino della sala da pranzo. Il nonno è rilassato e fuma una delle pochissime sigarette che si concede nell'arco della giornata. Le rondini fanno voli meravigliosi, soprattutto agli occhi di noi bambini. La nonna canta, seguendo il suono delle campane della vicina chiesa. Nei miei ricordi la nonna cantava sempre, così come il mio papà. Sarà per questo che anche io canto in continuazione? Forse una 'tara' di famiglia. Così come la tendenza alle vene varicose, io ho preso la predisposizione al canto: non significa che canti bene, ma sicuramente ho sempre con me il desiderio di cantare, che siano le 8,00 della mattina, mezzogiorno o le 3 del pomeriggio. 'Volete che vi canti qualcosa?' chiedo talvolta ai miei colleghi, immersi nel lavoro o semplicemente nei proprio pensieri. 'NO, GRAZIE!!' rispondono quasi in coro, cercando di scongiurare strazi per le loro orecchie. Ma ritorniamo al terrazzino coi nonni: terminata la sigaretta il nonno prendeva una moneta (forse 50 lire?) e senza farsi vedere la nascondeva in una delle sue grosse mani (potremmo chiamarle 'manone') e poi iniziava la filastrocca, compagna di tante serate: 'Mano, mano ruota, quale è piena e quale è vuota?' ci chiedeva, ed il nipotino di turno rispondeva 'pero, melo, dimmi il vero, non mi dire una bugia, qua ci spero, qua ci sia!' ed indicava la manona che riteneva potesse nascondere quel piccolo tesoro... 
Ecco, sono bastate le rondini e questa piacevole sensazione che sia arrivata l'estate, perchè nella mia testa abbiano cominciato a frullare tutte le cose appena raccontate. 
Divagazioni e serenità, in una sera d'estate. 




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