Non
dormiva e pensava e più pensava e meno il sonno si riaffacciava in quella
grande camera, dalle insolite pareti turchesi.
Solo lui sapeva perché
avesse scelto quel colore. Era quello più simile ad occhi che aveva tanto
amato, senza aver avuto alcuna certezza di essere stato contraccambiato.
Forse
nemmeno il "sospetto".
Di una cosa era certo:
avevano condiviso la vitalità dell'amplesso. Semplice, carnale, passionale gioia di vivere, forza che per un attimo regala l'immortalità.
E ancora adesso, che il suo corpo portava i segni del tempo, nonostante fossero trascorsi tantissimi anni, ricordava tutto nei minimi particolari.
Il corridoio buio, lui tenendola per mano la riaccompagnava verso l'uscita di quel grande ufficio deserto, poi, all'improvviso, l'aveva stretta a sé.
Lei aveva risposto con altrettanto vigore a quel caldo abbraccio.
Le loro labbra unite in un vortice di passione inaspettata e intensa.
Lui che le tirava i capelli all'indietro, in modo che lei dovesse alzare il viso, così da poterle baciare il collo. Poi dolcemente le sue labbra erano scivolate verso il basso.
Il ronzio del condizionatore era stato l'unica compagnia all'ansimare dei loro respiri, mentre i vestiti scivolavano sul pavimento dell'ufficio.
I seni morbidi e caldi, la pelle profumata, intrisa di un delicato olio di bellezza, che lei, sussurrando, aveva detto essere un "concentrato di emozione e passione", proprio come i loro corpi, che in pochi minuti si erano intrecciati, in un concentrato di sensualità.
L'aveva adagiata sul pavimento e l'aveva posseduta con convinzione, mentre lei inarcava la schiena, cosi che lui potesse affondare completamente fra la pelle morbida e calda.
Fuori l'afa dell'estate in città.
Aveva amato tante donne, in vita sua, ma solo lei era riuscita a tenere sempre acceso in lui il suo ricordo. Ogni volta che alle sue narici si ripresentava quel profumo, il suo corpo aveva un fremito.
Un’estate
bollente era stata quella.
E
con questo pensiero finalmente si riaddormentò.