VIAGGIO IN TRENO CON UNO SCONOSCIUTO

... parto per il mio viaggio in treno. A tutti gli sconosciuti che condivideranno parole e riflessioni, auguro "buon viaggio!"

mercoledì 28 novembre 2018

ATTESA

Fresca era l’aria di maggio e gli ultimi raggi di sole arrossavano la scogliera, dopo aver brillato per oltre dodici ore nel cielo terso. Si sentiva l’estate arrivare.
Il muretto a cui si appoggiava era ruvido e appiccicoso per il salino, che disegnava complesse efflorescenze. Era li già da un pezzo!
A lui piaceva presentarsi ad ogni appuntamento con largo anticipo, a lei con altrettanto ritardo: in questo erano agli antipodi. 
Certamente non sarebbe sopraggiunta prima che lui si fosse consumato gli occhi sul vecchio orologio, che portava al polso da quasi trenta anni.
D’altra parte, come una volta gli aveva detto con intrigante convinzione, lei non arrivava in ritardo, semplicemente “creava suspense”. 
Ed era proprio cosi.
Lui voleva assaporare ogni minuto di quella trepidante attesa, in cui si crogiolava, sognando ad occhi aperti, ma nello stesso tempo con il timore che il cellulare trillasse all’improvviso mostrandogli un messaggio del tipo: “Scusami, non riesco a raggiungerti. Sarà per la prossima volta.”
Rapidamente era giunto il buio della sera e qualche lucciola illuminava il piccolo vicolo che dall’Aurelia portava alla scogliera. 
Di quella bocca incline al sorriso non vi era ancora nessuna traccia.
Vedere le lucciole lo rattristava; per molti erano uno spettacolo magico, mentre per lui erano il richiamo all’infanzia vissuta coi nonni, lontano dal resto della famiglia, quando fuori c’era solo desolazione e dentro tanta malinconia. 
Ecco, se non si spicciava ad arrivare, la malinconia si sarebbe di nuovo impadronita dei suoi novanta chili.
Un fruscio attirò il suo sguardo; già pensava che fosse giunto il suo tanto atteso momento di felicità, quando l’ombra di un gatto nero sparì dentro ad un cespuglio. 
“Speriamo non mi porti sfortuna” disse fra sè e sè, mentre il micio si allontava, miagolando alla luna.
Non appena la sera si riappropriò del silenzio, intuì il suono di quei sandaletti di
cuoio, che tanto gli piacevano.
Finalmente! Una sera in più per vivere, sognare e amare.





Pubblicato da Palilli alle 23:13
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Il mio nuovo sogno nel cassetto? Recitare davanti ad un mio pubblico. In attesa di realizzarlo, osservo e racconto il mondo che mi circonda.
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